Le Pagliare di Tione si trovano a 1084 metri sopra il livello del mare, in una frazione del comune di Tione degli Abruzzi (Aq): si tratta di un agglomerato agropastorale che conserva intatto tutto il fascino del passato e sorge su un altopiano ai piedi del Monte Sirente, immerso nel Parco Regionale del Sirente-Velino, con un panorama straordinario a fare da sfondo.
“Quello che vedete intorno a me è un vero e proprio museo a cielo aperto, composto da case di contadini perfettamente conservate in stile medievale, che ci raccontano un mondo ormai scomparso. Si tratta di un villaggio d’alta quota, abbandonato a metà del ‘900, e costituito da un centinaio di piccoli casolari a due piani in pietra. Al piano superiore dimoravano gli
uomini, al piano inferiore gli animali, nella paglia appunto, da cui il nome”. A parlarne è lo scrittore abruzzese Peppe Millanta che, insieme a Sem Cipriani e le telecamere Rai, ha raggiunto questo caratteristico luogo per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.
Tutto il villaggio si sviluppa intorno ad un pozzo, ricavato da un inghiottitoio naturale che raccoglie l’acqua piovana. Il borgo era utilizzato per la transumanza verticale: i territori di Tione offrono infatti pochi terreni coltivabili. Gli abitanti, per rimediare, all’inizio della primavera si spostavano nel punto in cui l’altopiano permetteva coltivazioni e pascoli fino all’arrivo dell’inverno. La vita che vi si svolgeva era totalmente comunitaria: tutti gli abitanti lavoravano insieme, al ritmo della natura. Segno di questa comunione è la campana, che scandiva il tempo del villaggio e veniva usata per richiamare le genti dai campi e dal pascolo.
E poco fuori dalle Pagliare c’è il laghetto di Tempra: sul Sirente vi sono moltissime altre formazioni circolari come questo, il più famoso è chiamato il cratere del Sirente.
“Negli anni ’90 – spiega Millanta – alcuni studiosi stabilirono che queste buche sarebbero il frutto del violentissimo impatto di un meteorite, avvenuto nel IV secolo dopo Cristo”.
“La storia di questo magico posto ci riporta nell’antica Roma. Anno 312 d.C. per l’esattezza, quando le truppe di Costantino stanno per scontrarsi e sconfiggere quelle di
Massenzio – racconta Millanta. – Le cronache ci narrano che il giorno prima della battaglia Costantino abbia avuto una visione: mentre marciava vide in cielo, in pieno giorno, il passaggio di una croce di luce, che lo convinse a convertirsi al cristianesimo, cambiando così per sempre il corso della storia. Certo è che non tutta la comunità scientifica è concorde con l’ipotesi dell’impatto meteoritico, per il momento però, ci godiamo questa bella storia con il naso all’insù”.
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