“Quota Mille” nel borgo disabitato di Gioia Vecchio
Il borgo fu edificato probabilmente dopo l’invasione dei Saraceni, durante il X secolo, che arrivarono qui seguendo il fiume Sangro, la cui sorgente dista pochi chilometri. A seguito di quell’evento gli abitanti della zona decisero di unirsi fondando questo centro, ritenuto più sicuro, perché situato in posizione dominante rispetto all’importante Passo del Diavolo, che collega il Fucino con la zona di Pescasseroli.
“Il colpo di grazia definitivo però si ebbe nell’800, con il prosciugamento del Fucino: a poco a poco gli abitanti si spostarono tutti vicino ai nuovi terreni resi coltivabili”.
sicuramente rimarrete colpiti dalla chiesa di San Vincenzo, una vera e propria cattedrale nel deserto. Risale al 1749 e fu distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale per poi essere ricostruita rispettando l’architettura originaria”.
Una pietra posta ai suoi piedi suona oggi ironica: “Dove risorge la Chiesa Rinasce il Paese”. La perla del luogo però è sicuramente il belvedere, che si apre su uno dei luoghi più suggestivi del Parco: la zona è infatti tra le più selvagge e vede il transito di numerosissime specie animali protette, tra cui l’orso bruno marsicano, che frequenta la zona per la presenza di vecchi alberi da frutta ormai abbandonati, di cui è ghiotto.
https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Gioia Vecchio.