Abruzzo, In rilievo

L’Ora della Terra, evento globale del WWF, ha lanciato un messaggio di solidarietà 

Cittadini, istituzioni e imprese di 192 paesi il 26 marzo alle 20:30 hanno spento le luci e si sono uniti in un movimento globale per la pace, il clima e il pianeta 

Ora però è tempo di passare dai gesti simbolici ai fatti concreti! 

  

Il 26 marzo 2022 dalle 20:30, in 192 Paesi del mondo è scattata Earth Hour, l’Ora della Terra, l’evento globale del WWF che per questa 14esima edizione ha coinvolto milioni di persone: in migliaia di città le luci di piazze, monumenti e luoghi simbolo sono state spente per mandare un messaggio di solidarietà per il futuro delle persone e del Pianeta. Monumenti di importanza mondiale, come la Sydney Opera House, il Beijing Phoenix Center, il grattacielo Taipei 101, le Petronas Towers, la Porta dell’India, il Colosseo, la Torre Eiffel, il Cristo Redentore e l’Empire State Building, hanno partecipato al simbolico spegnimento per chiedere un futuro più sicuro, più equo e più sostenibile per tutti. Insieme a questi monumenti iconici, milioni di persone hanno spento le luci delle loro case e sono state migliaia le iniziative, come concerti virtuali, piantumazione di alberi e pulizie di strade. Il messaggio dell’Ora della Terra si è diffuso anche online a livello globale sui canali dei social media e su altre piattaforme.

 

In Italia hanno aderito circa 280 comuni e sono state oltre 300 le iniziative organizzate. Le luci sono state spente sui nostri monumenti più rappresentativi: la scritta PACE si è accesa al Colosseo, Castel Sant’Angelo e San Pietro, luoghi simbolo della nostra Capitale e delle religioni.

Anche in Abruzzo la partecipazione all’Ora della Terra è stata corale e diffusa. In una trentina di comuni sono state spente le luci di piazze, strade e monumenti: tutti e quattro i capoluoghi di Provincia, L’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, e poi Vasto, Fossacesia, Lanciano, Ortona, Casoli, Spoltore, Rocca di Mezzo, Anversa degli Abruzzi, Guardiagrele, Palena, Colonnella, Atri, Corropoli, Mosciano San’Angelo, Pineto, Sant’Omero, Torricella Sicura, Giulianova, Alba Adriatica, Penna Sant’Andrea, Torano Nuovo, Roseto degli Abruzzi, Martinsicuro e Opi.

Hanno partecipato all’iniziativa anche il Museo Universitario di Chieti, il Museo dell’Orso di Palena e la ProLoco Fagnanese.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Regionale del Sirente Velino hanno risposto all’appello del WWF organizzando lo spegnimento delle loro sedi e azioni di sensibilizzazione rivolte al territorio. Spenta per un’ora anche la Torre del Cerrano, sede e simbolo dell’omonima Area Marina Protetta.

Tanti sono stati anche gli eventi organizzati per l’occasione: visita guidata della Villa comunale di Teramo, escursione al chiaro di luna nella Riserva naturale regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi con le Guide del Borsacchio, attività didattiche nel pomeriggio nell’Oasi WWF e Riserva naturale regionale “Lago di Serannella”.

“Mai come quest’anno – dichiara Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – Earth Hour è stato un evento senza frontiere, che ha unito le persone sulla Terra per vincere la sfida climatica attraverso il gesto simbolico di spegnere la luce per un’ora. In un momento in cui i conflitti diventano una minaccia al futuro di tutti, una grande azione globale in grado coinvolgere persone in tutti i Paesi del mondo è, in sé, un messaggio di pace e solidarietà: perché solo insieme possiamo far sentire la nostra voce e chiedere un futuro più sicuro, giusto e sostenibile per tutti. Ringraziamo quanti anche in Abruzzo hanno voluto dare il proprio contributo per diffondere il messaggio dell’Ora della Terra.”

Ora però le Istituzioni devono passare dai gesti simbolici ai fatti concreti. Il WWF ha presentato proprio in occasione dell’Ora della Terra un nuovo report sulla crisi climatica con il quale ha evidenziato come nei prossimi 3 anni possiamo avere 60 GW da fonti rinnovabili, creando 80.000 nuovi posti di lavoro e garantendoci un risparmio di 15 miliardi di metri cubi di gas annuo (20% delle importazioni). Per uscire dalle guerre e combattere le speculazioni energetiche è necessario investire nelle rinnovabili. Gas, petrolio e carbone, insieme alla crisi climatica, provocano conflitti, oltre a costare di più: oltre 60$/MWh per il carbone e 130 per il nucleare, meno di 40 per il fotovoltaico. La posta in gioco è altissima e non possiamo perdere tempo in scelte che amplificheranno le crisi economiche e sociali nel futuro.

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