A un anno esatto dall’uscita del loro primo volume, esce ora la quinta pubblicazione a quattro mani di Silvia Pascale e Orlando Materassi: “Didattica della Memoria. Tutto grazie alle ultime parole” per Ciesse Edizioni, di cui Silvia è direttrice della collana storica e Orlando il consulente storico/scientifico.
Una coppia collaudata, che oramai da due anni quotidianamente si dedica al Ricordo, alla Memoria e alla Riconciliazione in merito alla tematica degli Internati Militari Italiani. I loro lavori, conosciuti e apprezzati in Germania e in Polonia oltre che in Italia, riscuotono un interesse notevole per l’approccio a una pagina di storia poco studiata: un approccio che focalizza l’attenzione sulle testimonianze dei soldati deportati dopo l’8 settembre 1943 e sulla progettazione di percorsi didattico/educativi all’interno di molti Istituti Scolastici di ogni ordine e grado oltre che in Atenei Universitari.
Un lavoro che ha visto il sostegno e i complimenti dell’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania a Roma, di Centri di Documentazione Storica in Germania e di Università in Polonia.
Sostenuti da una seria competenza storica/archivistica, da una conoscenza delle lingue e da una grande sensibilità nell’affrontare questo argomento, Silvia e Orlando continuano con passione il loro incessante percorso di collaborazione che li porterà alla fine di questo mese a presentare al Centro di Documentazione Baracke Wilhelmine in Germania vicino a Brema, il loro primo volume che hanno pubblicato anche in tedesco.
Il lavoro che presentiamo ora si rivolge a un vasto pubblico, ma in particolare a docenti ed educatori.
Aristotele diceva che Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto.
Il volume raccoglie un percorso triennale educativo ideato e coordinato dai due autori sulla Memoria, sul Ricordo e sulla Riconciliazione legati alla storia degli Internati Militari Italiani. Un progetto dal titolo emblematico “Ripensare la Memoria”, replicabile in altri contesti, come attività laboratoriale in continuo divenire, insegnando un metodo di analisi e di studio.
Il focus si incentra sulle testimonianze di IMI attraverso i documenti oppure ascoltando figli o nipoti di internati: uguali e diverse tra loro, tutte hanno una comune storia ed ognuna ha l’originalità personale, ma sono importantissime per comprendere il valore della scelta dei 650.000 militari italiani fatti prigionieri dall’esercito tedesco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Il loro NO al nazifascismo, ripetuto più volte, fu causa di sofferenze personali: fame, freddo, affetti negati, violenze e tanti altri supplizi, ma la loro lotta senz’armi contribuì alla Liberazione.
Importanti interventi all’interno del volume di Matteo Mazzoni, Direttore Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, di Francesco Venuti, Docente e Storico, di Doriana Renno, Dirigente dell’IC4 “Stefanini” di Treviso.