Giovedì 11 agosto, a seguito dello scoprimento della rinnovata stele che ricorda i caduti del mare di Giulianova, realizzata dall’Ente Porto (grazie all’interessamento di Fabrizio Ferrante e Fabrizio Bonaduce, rispettivamente Presidente e Vice), non potevamo non ricordare anche la tragica fine di due aviatori americani e un inglese ritrovati dai nostri pescatori durante il loro lavoro tra il 1944 e il 1948, morti durante la campagna d’Italia 1943-1945 a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Nella primavera del 1944, durante la fine dell’occupazione tedesca della nostra città ( verso la metà di giugno le truppe tedesche lasciarono la città), alcuni pescatori giuliesi avvistano il corpo di un aviatore inglese (senza piastrina) legato al suo paracadute e successivamente viene tumulato nella parte monumentale del cimitero giuliese (sud-est). Solo nell’estate del 1944, un ufficiale inglese e l’addetto comunale alla tumulazione, il corpo verrà riesumato e portato via. Il secondo corpo ritrovato. Dobbiamo aspettare il 17 giugno 1947 quando, il motopeschereccio “Maria Concetta” dell’armatore Vittorio Marà (figlio di Francesco Marà e Addolorata D’antonio, nato a Giulianova l’8 ottobre 1900 e sposato con Lucia Anna Emma D’Antonio il 23 giugno 1927), tra le reti, vengono trovati i resti dell’aviere Thomas L. Barr (in seguito insignito alla memoria dell’onorificenza “Purple Heart”). Grazie alla piastrina di riconoscimento n° 13179613 T 43 44 0, un ufficiale americano arriva a Giulianova per prelevare i resti il 1 luglio 1947 e portarlo al “World War II Sicily-Rome American Cemetery and Memorial” di Nettuno. Dal 15 luglio 1949, data dell’arrivo dei resti negli USA, il Caporale Thomas Linwood Barr, riposa nel “Maury Cemetery” di Richmond nello stato della Virginia. Dopo aver completato gli studi alla “John Marshall High School Corps of Cadets” di Richmond, verrà arruolato nella forza dell’aviazione americana come Gunner del “485th Bomb Group – 828th Squadron” e verrà abbattuto dalla contraerea italotedesca, mentre bombarda la città italiana di Pola (oggi città della Croazia) il 19 febbraio 1945 per facilitare l’avanzata dell’VIII Armata Britannica del Generale Montgomery sulla costa adriatica. L’anno dopo, il 13 febbraio 1948, sempre il motopeschereccio “Maria Concetta”, tra le reti, ripesca un altro corpo. I resti di un paracadute, due ossa e una piastrina di riconoscimento, porteranno ad individuare nel Sergente mitragliere dell’Esercito Americano, Lawrence F. Logan, deceduto l’11 novembre 1944 mentre tornava da una missione verso Linz in Austria e richiamata a causa delle cattive condizioni meteo. Il suo aereo, un B-24 Liberator, pilotato dal 1° Tenente Walter C. Martin Jr., a causa di un incidente dovuto alle condizioni meteorologiche o collisione tra le nuvole con un altro aereo americano, cade nelle acque del mare Adriatico. Lawrence F. Logan apparteneva alla “15th Army Air Force”, partecipando alle azioni di Guerra con il 460th Bomb Group – 763rd Bomb Squad. Dobbiamo aspettare il 27 febbraio del 1948 quando, su richiesta di un Capitano americano, viene riesumato e portato in un cimitero militare americano di Nettuno. Nel luglio del 1949, su richiesta della famiglia: James J. Logan (1895–1971) e Anna O’Connor Logan (1892–1973) di Jamaica Plain (Boston – MA) fanno di nuovo riesumare il corpo dal “World War II Sicily-Rome American Cemetery and Memorial” di Nettuno al “Forest Hills Cemetery” di Jamaica Plain dove oggi riposa. Gli altri membri dell’equipaggio, mai recuperati, erano: Emmett W Barger Jr, navigatore; Walter S. Burson, mitragliere; Guy Heberling Jr, artigliere; Lawrence F. Logan, mitragliere; Walter C. Martin Jr, pilota; Howard E. McCue; operatore radiofonico; George C. Nicoll, copilota; Howard C. Petterson, bombardiere; Eugene A. Pfohl, mitragliere e Dean C. Trippler, cannoniere. Per questi tre aviatori sarebbe bello ricordarli con una lapide davanti il porto di Giulianova per testimoniare anche quel periodo storico dove i nostri pescatori, già impegnati per fare le “navette” per i fuggiaschi (disertori, prigionieri, internati ed altri) che cercavano di raggiungere il sud Italia già liberato dalle truppe alleate dell’VIII armata inglese del Generale Bernard Law Montgomery, la V Armata del Generale Mark Wayne Clark e il II Corpo d’Armata Polacco del Generale del Generale Władysław Albert Anders, recuperarono i poveri resti umani dando una degna sepoltura.
Walter De Berardinis