L’iniziativa, promossa dall’Associazione Culturale “grido”, dal Gruppo Archeologico del Medio Adriatico e dall’Università della Terza Età di Giulianova, rientra nell’ambito del progetto denominato “Il Quinto Stato”, il quale, per mezzo delle arti performative, intende porre un riflettore su coloro che, in seno ad una società detta “civile”, non godono dei diritti definiti fondamentali.
In scena, Daniele Di Massimantonio e Jabel Kanuteh. I due, attraverso i memorabili versi virgiliani e le ipnotiche note della kora, racconteranno il viaggio del profugo Enea, il quale, dopo aver percorso i deserti della Libia e attraversato il mar Mediterraneo, giunse in Italia, portando con sé un carico tutt’altro che residuale di conoscenza, nonché un patrimonio culturale immateriale vastissimo. Un viaggio che Jabel, 26enne “griot” (cantastorie) del Gambia, conosce bene. Mediante il suo vissuto e i suoi racconti musicali, ne porta la testimonianza.
JABEL KANUTEH: Nasce a Tambasansang, in Gambia, nel 1996. Inizia fin da bambino a studiare la kora, strumento a 21 corde diffuso presso tutti i popoli Mandinka dell’Africa Occidentale, per poter esercitare il ruolo di griot, che gli proviene dal cognome della sua famiglia. Nel 2014 parte dal Gambia e dopo un lungo viaggio attraverso i deserti di Niger, Mali e Libia, nel 2015 riesce a raggiungere le coste italiane. Spinto dalla responsabilità del suo ruolo di musicista e ambasciatore di pace anche al di fuori del suo contesto tradizionale partecipa a numerosi festival come il Fano Jazz Festival, “Isole che parlano”, “Le radici nella musica”, “Paesaggi Sonori”, “Suoni della Murgia”, “Teatro nei calanchi”, “Snodi”, “Festival della Filosofia” e molti altri. Nel novembre 2019 ha tenuto un concerto al Quirnale con Paolo Angeli per i concerti alla Cappella Paolina. Nel 2020 esce il suo primo lavoro discografico, in duo con il percussionista romagnolo Marco Zanotti, intitolato “Freedom of Movement”.