Tanti i fedeli accorsi questa mattina nel Duomo di Teramo per la Celebrazione Eucaristica che si è tenuta in occasione della 56a Giornata Mondiale della Pace, evento mondiale che, dal 1968, per volere di Paolo VI, si celebra ogni prima giornata dell’anno. Il tema scelto dal Santo Padre per il 2023 è stato: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”. Al termine della Messa una copia del messaggio integrale del Pontefice è stata distribuita ai presenti dal nostro Vescovo Lorenzo Leuzzi che ha presieduto la funzione.
La Messa odierna è stata anche la prima occasione per la comunità diocesana per riunirsi in preghiera e in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI.
L’iniziativa è stata particolarmente sentita e promossa dall“Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato” della Diocesi di Teramo-Atri, che con il suo direttore don Paolo Daniele Di Mattia ha commentato così la tematica scelta da Papa Francesco: «La pandemia, una crisi mondiale senza precedenti, ha rivelato più chiaramente diseguaglianze e fragilità sociali e ha minato la pace in tanti luoghi del mondo. Sono emersi il virus della disuguaglianza e il problema dell’isolamento come l’altra faccia della Pandemia con tutte le limitazioni della libertà che si sono avute. Tuttavia c’è ancora una grande opportunità di conversione e ci sono la speranza e la possibilità di costruire la Pace e la Giustizia in questo nostro mondo ed in questo Cambiamento d’Epoca, grazie alla stessa fraternità e solidarietà vissute durante la pandemia stessa, con la grande rinnovata lezione che “Nessuno può salvarsi da solo”! Non possiamo più pensare solo al nostro “io”, ma dobbiamo pensarci come un “noi” aperto alla fraternità universale. Le grandi sfide che ci interpellano e su cui dobbiamo spenderci sono: la guerra (il cui “virus” è molto peggio di quello della pandemia, perché viene “dal di dentro dell’uomo”); il cambiamento climatico; la fame; le disuguaglianze; le migrazioni forzate; l’urgenza di un lavoro dignitoso per tutti».
E proprio l’urgenza di interpretare diversamente la nostra realtà, e di agire coraggiosamente in questo difficile quadro internazionale per aprire nuove vie alla pace e alla speranza, è al centro della lettera del Vescovo Lorenzo ai giovani per il primo mese dell’Anno Berardiano 2023, il cui testo completo è qui sotto riportato integralmente
Cari giovani,
avrei preferito scrivere la mia lettera per voi dopo le feste natalizie, con la ripresa, per molti di voi, degli impegni di studio.
La situazione internazionale nella quale siamo immersi mi ha sollecitato a commentare con voi l’episodio della iscrizione del nome di GesùnelTempio, otto giorni dalla sua nascita, che per noi è l’inizio del nuovo anno.
Riflettere sul dono del nome che ci è stato consegnato nel giorno del Battesimo è una via importante per accogliere le sfide e costruire un futuro di pace.
È sorprendente che anche quel Bambino, nato nella grotta di Betlemme,abbia avuto bisogno di ricevere un nome: era il Figlio di Dio.
Iniziare un nuovo anno riscoprendo il vero significato dell’aver ricevuto un nome e di essere riconosciuto da Dio per nome è il vero augurio che desidero rivolgere a tutti voi.
Mi ha molto impressionato il racconto di un docente che riferiva la crisi di un giovane perché aveva ricevuto meno like del suo amico di scuola.
Il bisogno di essere riconosciuti!
La società contemporaneacrea sempre nuove attese di riconoscimento,fino alla crisi della nostra esistenza, che per molti ha il nome di depressione.
Essere depressi perché non siamo riconosciuti!
Scopri invece che tu hai ricevuto un nome: sei già riconosciuto.
Pensiamo alla guerra: è una via per essere riconosciuti!
Per essere più vicini a noi stessi: quanti litigi per essere riconosciuti.
Papa Francesco ha definito questa esperienza col nome: “tutti-noi”!
Nel “tutti-noi” ognuno di noi è un oggetto anonimo che prima o poi andrà alla ricerca del riconoscimento, qualunque sia la via,purché sia riconosciuto.
Iniziando il nuovo anno torniamo alla grotta di Betlemme: quel Bambino è la certezza che tu sei qualcuno!
Lui è venuto per promuovere il “noi-tutti” e superare l’illusione del “tutti-noi”.
Si apre davanti a noi uno scenario davvero sorprendente: è la via della partecipazione e del desiderio di far crescere la comunità nella quale sono inserito.
Ciò comporterà qualche rinuncia, qualche verifica delle tue scelte: sii coraggioso!
È il coraggio di chi non vuole lasciarsi vivere, ma essere protagonista della e nella storia.
Consegnando il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace ho desiderato condividere un passaggio che desidero affidare a tutti voi: “Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà”.
Confido molto sul vostro entusiasmo giovanile in questo Anno berardiano per costruire insieme un futuro di gioia e di speranza.
Auguri di cuore per un anno 2023 pieno di tanta consolazione per il bene che saremo capaci di promuovere e sviluppare.
Con la mia benedizione.
Vostro,
+ Lorenzo, vescovo