ATRI, Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva
Piazza Duchi d’Acquaviva, 91
20 maggio – 15 giugno 2023
Inaugurazione: 20 maggio 2023 ore 18:00
Catalogo in mostra
Tenendo a battesimo d’arte uno dei suoi figli artisti del territorio teramano, la città di Atri
ospita, in uno dei suoi monumenti più significativi, il Palazzo Ducale degli Acquaviva, nelle
Scuderie Ducali, il pittore Saverio Falconi Di Francesco, nella sua prima personale
antologica con la mostra I colori dei sogni, a cura di Giuseppe Bacci e Marialuisa De Santis,
che si inaugurerà Sabato 20 maggio 2023, alle ore 18:00. (La mostra rimarrà aperta fino al
15 giugno 2023, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle
19:00).
Dopo aver mosso i primi passi da autodidatta, ed espresso la propria interiorità attraverso
il disegno prima e la pittura poi, Saverio Falconi Di Francesco (Teramo, 1930) con questa
mostra antologica debutta nella scena artistica teramana e nelle magnifiche sale delle Scuderie
Ducali si potranno ammirare una sessantina di opere, alcune recenti, della produzione artistica
dell’artista abruzzese. Il titolo stesso della mostra, I colori dei sogni, offre una esauriente
chiave di lettura laddove richiama implicitamente la sua grande passione, il suo amore
viscerale per la figura e i colori, che lo ha portato a realizzare tante e tante opere. Ed in questo
suo percorso la natura irrompe prepotentemente e questa irruenza delle forme e dei colori è
colta in maniera mirabile dall’artista teramano.
Gli alberi, un’immagine questa (da quelli esotici ai più familiari) che non è riuscito a
cancellare dalla lavagna della sua memoria, ma nel tempo ha assunto connotazioni diverse…
Nel realismo disincantato dell’artista, le figure rimangono anonime e distaccate, come se
volesse sottolineare l’isolamento tra uomo e uomo al di là della vicinanza fisica. Nelle sue
opere trapelano la solitudine, la mediocrità e la banalità del vivere quotidiano, ma anche
l’inattesa bellezza del mondo di tutti i giorni.
La mostra ha una duplice funzione: oltre a far conoscere l’opera dell’artista, finora rimasta
inedita, l’intento degli organizzatori e dei familiari è quello di donare, con sorpresa, un evento
inaspettato e imprevedibile, quale quello di siffatta mostra e relativa pubblicazione del catalogo,
ad un uomo schivo che da sempre ha rifuggito l’apparire. In catalogo in Il tempo è l’unica cosa,
che nessuno, neppure una persona riconoscente può̀ restituirci così Mariarita Marcozzi
scrive: «e quindi, / quando guarderai questo catalogo, / non chiederti in quale periodo storico sia
stato dipinto, / ma abbracciane il senso, / ritrovati in esso, / perché è nella pittura dell’uomo
mortale che ritroviamo la nostra immortalità. / E allora, / tutti insieme, / possiamo rispondere agli
eroi epici: / non rincorrete il tempo eterno, perché già siete eterni, siete immortali, perché in eterno
vivranno i vostri sogni, ricordatevi delle stelle, / perché ad esse torneremo».
Sulla pittura fantastica e colorata dell’artista, Marialuisa De Santis ha scritto: «Si avvale,
Falconi Di Francesco di tutta la funzione magica ed evocatrice della pittura, rendendo a chi,
oggi finalmente guarda le sue opere, aspetti visivi che si trasformano persino in sensazioni
acustiche e olfattive quando non addirittura “sentimentali”.
È una natura fantastica quella che ci mostra, fiori simili a delicate girandole e alberi carichi
di una pioggia di brillanti capolini sferici; i confini dei cieli e delle terre sono ritmi ondulati
nei quali armoniosamente vivono accoglienti figure che risentono delle forme semplici ed
evocative di Gauguin e a volte di quelle ancora più semplificate ma insieme più “costruite”
dei papiers découpés di Matisse».
Il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, scrive in catalogo: «Saverio Falconi Di Francesco è
un artista schivo, ma ricco di talento. La sua arte non nasce quindi con il primario obiettivo
di arrivare al pubblico, ma dall’esigenza dell’artista di esprimere se stesso e le sue emozioni.
Questo rende il suo lavoro ancora più interessante e siamo felici che il figlio e il noto fratello,
l’artista Gigino Falconi, si siano fatti promotori di questa mostra scegliendo la nostra città».
Inoltre, il Vice Sindaco Domenico Felicione, rafforzando il concetto, afferma: «Ospitare la
mostra di Saverio Falconi Di Francesco nelle Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva è per la
nostra città motivo di grande orgoglio. Un artista restio alle esposizioni delle sue opere tanto
che questa iniziativa è per lui una sorta di dono. Se queste opere sono in questa occasione
visibili e apprezzabili da vicino lo si deve, infatti, al figlio dell’artista e al fratello, il noto
pittore Gigino Falconi. Il loro impegno ha portato a questa inedita esperienza espositiva e
abbiamo molto apprezzato la scelta della nostra cittadina e dei bellissimi ambienti delle
scuderie ducali per questo omaggio».
L’esposizione è accompagnata da un catalogo di 64 pagine, a cura di Giuseppe Bacci, con scritti
di Marialuisa De Santis, Domenico Felicione, Piergiorgio Ferretti e Mariarita Marcozzi.
SAVERIO FALCONI DI FRANCESCO – LA PITTURA DEI SOGNI
LUOGO: Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva
Piazza Duchi d’Acquaviva, 91 64032 Atri (TE)
PERIODO: 20 maggio – 15 giugno 2023. Apertura: tutti i giorni tranne il Lunedì, dalle ore 10:00
alle 13:00 e dalle ore 16:00 alle 19:00
CURATORI: Giuseppe Bacci e Marialuisa De Santis
PER INFORMAZIONI: Cell. 333 4855400 – Cell. 339.8895499
E-MAIL: luca.falconi@gmail.com – giuseppebacci@icloud.com
SAVERIO FALCONI DI FRANCESCO
Saverio nasce a Teramo il 16 gennaio 1930, figlio di Domenico Falconi e Carmela Di Francesco.
Secondogenito di una famiglia creativa, frequenta le scuole primarie a Giulianova, dove il padre
aveva una manifattura di cappelli da uomo. Sono gli anni di un mondo scolastico fatto di pluriclassi,
tra i doveri dello studio e una natura spesso ancora selvaggia di una cittadina costiera in cui
convivevano le zone palustri, gli orti e i segni della urbanizzazione prebellica. Un luogo, segnato da
odori salmastri e colori forti, che emergono dai racconti e dalle tele che dipingerà̀ molti anni dopo.
Segue il trasferimento a Teramo a casa degli zii materni in via Nicola Palma. Qui frequenterà le scuole
superiori diplomandosi poi geometra. Un cambio di orizzonte formativo, dalla linearità dei paesaggi
marini ai perimetri urbani della città storica. Con la Guerra, la famiglia si ritira in montagna, a Nerito
di Crognaleto (TE), un ulteriore cambio di paesaggio e di vita tra boschi e prati, anni di libertà asso
dell’artista luta. Il secondo svincolo evolutivo avverrà con il servizio militare, “tenente” dell’Esercito
italiano. Un distanziamento maggiore che lo porterà a vedere luoghi, città che poi rappresenteranno
quella trama, quel filo rosso rassicurante, che si ritrova nei suoi lavori/ricordi della terza fase della
sua vita. Diventa Ufficiale, “tenente”, il cui ricordo si mette in rappresentazione in idealizzati
paesaggi, memorie delle esercitazioni militari nella tenuta di San Rossore (PI). Segue il ritorno a
Teramo. Lavorerà nella azienda dello zio materno, figura di riferimento nella sua vita a cui rimane
per sempre legato. Sono gli anni in cui inizia a coltivare il disegno. Dapprima come un gioco, poi
nell’età̀ della pensione dal disegno passa alla pittura approdando ad uno spazio onirico che sarà a
volte attività ludica, a volte riparo e fuga, a volte un salvifico porto oltre il tempo.
Il corpus pittorico, con gli anni, viene a costituirsi come un unicum: la singola tela si costituisce come
parte delle pareti delle stanze dove dipinge. I quadri sono messi in rappresentazione nei locali del suo
studio come un’opera totale. Tele, pennelli, vasetti dei colori, oggetti, ceramiche, sculture etniche,
piante grasse sono un corpo indistinto. Non a caso quasi mai ha messo le date ai suoi quadri. Più che
un tempo lineare è un tempo onirico. Una ricerca mentale, in cui ogni quadro che ha dipinto è
contemporaneo ai precedenti e ai successivi. Una linea del tempo sognata, dove ogni tela è parte di
un ideale quadro più̀ grande. Per capirne il lavoro, più del singolo quadro vale osservare l’insieme
delle presenze di oggetti da collezione e di quadri che riempiono il suo studio di pittore.
Ha dipinto una quantità impressionante di tele. Le incornicia da solo, con delle stecche in legno
grezzo. Spesso incornicia mentre ancora sta dipingendo. Il suo atelier è la sua vera opera pittorica.
Lo spazio dello studio e i quadri sono la stessa cosa. La composizione e la scomposizione degli alberi
e degli oggetti che usa prendono forma nel muto dialogo delle opere alle pareti. Forse anche
l’incorniciare i quadri, mentre li dipinge, è perimetrare come stanze la rappresentazione messa in
forma sulla tela perché non scappi via oltre la cornice.
Dei colori si deve dire che usa solo i colori di una determinata marca (Morgan’s Paint). Non sono
colori da pittore di quadri ma una idropittura lavabile per interni ed esterni edilizi (colori prodotti in
Italia da Alfred Houston Morgan, che nel 1924 fonda la sua ditta, il Colorificio Toscano, e la linea
Morgan’s Paint è una delle sue produzioni). Sono colori con i quali non è facile dipingere. Li utilizza
sin dall’inizio. Erano gli stessi che si vendevano nella vecchia azienda di ferramenta del suo carissimo
zio Mario Di Francesco, in via Palma. Colori molto brillanti, la cui diluizione ha perfezionato dopo
varie sperimentazioni. La marca e la tipologia del colore sono sempre stati anche un forte legame con
il passato quando lavorava con lo zio. Era il tempo della occupazione tedesca.
Saverio è arrivato alla tela solo dopo aver dipinto su vari materiali – formica, cartone, legno – tutti
materiali di recupero, nella logica di chi aveva vissuto l’autarchia della guerra per cui tutto era
recuperabile e trasformabile in altro.
Oggi vive e dipinge a Giulianova.