È il titolo di un libro della Storica dell’arte abruzzese Chiara Strozzieri uscito in questi giorni sul tema ecologico. Si tratta di una elegante pubblicazione edita da Artestruttura di Cividale del Friuli in provincia di Udine, ove vengono esaminate in chiave critica numerose opere eseguite nel 2022 a quattro mani dagli artisti Giovanna Carbone, pittrice e poetessa friulana nota a livello nazionale per l’uso pressoché desueto della tecnica del collage e Leo Strozzieri, studioso abruzzese del Futurismo a cui da sempre ispira le sue composizioni grafiche a suo tempo recensite entusiasticamente da Mirella Bentivoglio. Giovanna Carbone, per anni operatrice culturale nel Museo Archeologico di Cividale del Friuli, si è formata artisticamente studiando i grandi maestri del lirismo nazionale ed internazionale, in particolare Giorgio Morandi ma soprattutto Paul Klee.
Le sue opere, per lo più volutamente di piccolo formato, sono in dialettica con la prassi tutta americana che valuta il valore delle opere anche dalle loro dimensioni. Al contrario, proprio questo diverso modus operandi della Carbone, che potremmo definire domestico, riesce a conferire un lirismo ed una sorprendente spiritualità ai suoi “leopardiani” idilli, che hanno suggerito al pescarese Leo Strozzieri l’urgenza di approntare loro una sorta di custodia. In pratica le sue scene paesaggistiche vengono inserite in un bunker grafico in modo da essere protette come si conviene a tutte le preziosità di madre natura. Tema attualissimo quello ecologico che recentemente ha indotto papa Bergoglio a promulgare l’enciclica “Laudato sì” e quindi operazione dei due artisti unica ed originale, sì da indurre l’editore friulano a documentare il tutto in questa elegante pubblicazione. L’originalità dell’edizione, vero gioiello a cui ha lavorato come grafica Sonia Paolone da sempre attiva con la Mondadori, sta proprio nella dialettica tra l’iconismo spinto della pittrice friulana e l’astrazione espressionistica di Strozzieri che, come detto, evoca per un verso il movimento marinettiano e allo stesso tempo, per sua diretta testimonianza, la grande lezione del bulgaro Christo che impacchettava i monumenti per proteggerli dall’usura del tempo.