Cultura & Società, In rilievo, Libri in vetrina

Bellante. Associazione Nuove Sintesi: presentazione del libro “Il segno della carne” di Attilio Mordini edizioni Solfanelli.

 

L’Ass.ne culturale Nuove Sintesi invita alla presentazione del libro di ATTILIO MORDINI (1923-1966) “Il SEGNO DELLA CARNE” (sarà presente l’editore Marco Solfanelli).
L’evento avrà luogo sabato 4 novembre 2023 a Bellante paese (TE), con inizio ore 17,30, presso la Biblioteca Comunale sita in Piazza Mazzini.

Interverrà Antonietta Florio (saggista).
L’introduzione sarà a cura di Edoardo De Santis (Nuove Sintesi).

Nota introduttiva:
“Indagare per quanto possibile il vero significato dell’amore, accedere al senso più vero e profondo del matrimonio, come sacramento cristiano e non come contratto civile, è lo scopo di questo libro che si rivolge ora all’uomo, ora alla donna e talvolta parla direttamente a entrambi.
Fra l’uno e l’altra non vi è superiorità, ma ordine e armonia che portano alla completezza e pienezza dell’essere: la donna aiuta l’uomo a compiersi; l’uomo aiuta la donna a formarsi, non come fosse un oggetto, ma in modo che egli stesso possa rispecchiarsi nei suoi occhi e ri-nascere come persona nuova. Essi sono «due membra d’un essere unico» e la ritrovata unità primordiale dell’uomo nell’amore è dedizione e libertà. Amare significa darsi, che a sua volta significa gioire, ritrovando nel segno della carne la conferma di ciò che è chiaro nella parola dell’intelletto (“ti amo”).
(Filologo, linguista, storico, teologo, filosofo …  Nasce nel 1923, fiorentino, figlio di colonnello, barone di Selva. Rigoroso per natura e animoso per identità regionale, nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943, non ancora costituita la Rsi, indossa l’uniforme della IV Panzer-Division tedesca. E’ motivato, da cattolico ardente, a domare quel “cavallo rosso” di cui un giorno avrebbe scritto Eugenio Corti, a battersi contro il bolscevismo. Di stanza sul fronte ucraino, viene evacuato a seguito del congelamento di un piede. Rientra in patria ed è addetto all’Ufficio stampa nella Guardia Nazionale Repubblicana. Ripiega a nord con tutta la linea del fronte, e nella primavera ’45 gli americani lo fanno prigioniero. Rilasciato, deve darsi subito alla macchia. Finisce a Roma, ospitato dai gesuiti, pronti ad accogliere i ricercati politici.
Frequentando l’Università Gregoriana, s’inquadra nel Terz’Ordine francescano, scelta di chi, sconfitto in guerra con l’esercito regolare, ha deciso di portare lo scontro sul piano trascendente. A Firenze, a seguito di delazione è arrestato. Stessa sorte del conterraneo Giorgio Albertazzi e di molti, molti altri. La cieca epurazione antifascista lo destina, senza processo alcuno, al carcere delle Murate da dove, a causa delle condizioni di tortura cui è sottoposto, esce coi postumi di una tubercolosi malamente sanata. Alla Facoltà di Magistero conquista una laurea con lode in Letteratura tedesca che, unitamente alla fascinazione per il mondo germanico, gli otterrà il dottorato di italiano all’Università di Kiel. Collabora con Il Ghibellino e Il Secolo d’Italia, scrive per L’Ultima di Giovanni Papini e Adolfo Oxilia, L’Alfiere di Silvio Vitale, Adveniat Regnum di Fausto Belfiori, e infine Antaios di Ernst Jünger e Mircea Eliade. Muore il 4 ottobre 1966, a 43 anni.

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