“Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine” (pagg. 572, Einaudi, 2024) è il nuovo libro di storia contemporanea di Mario Avagliano e Marco Palmieri.
Sono le storie delle 335 vittime dell’eccidio simbolo della Resistenza, compiuto a Roma il 24 marzo 1944, esattamente ottanta anni fa.
Dopo un’ampia introduzione storica sui fatti, sulle persone coinvolte, sui criteri di ricerca, sulle abbreviazioni dei documenti citati, gli autori, fini e precisi storici, pubblicano le biografie di tutte le vittime del massacro, da loro attentamente ricostruite.
È stata una ricerca attenta e certosina in svariati archivi, intervistando anche alcuni famigliari delle vittime, ed il tutto con l’unico e nobile scopo di rendere omaggio alle vittime medesime.
Di questo eccidio molto si sa.
Poco invece si conosce delle vicende individuali delle vittime, alle quali, spesso e volentieri, nelle cerimonie ufficiali e nelle pubblicazioni era dedicata non più che una riga con le generalità in un lungo elenco.
Invece il coraggio, la pazienza ed il dovere civico di Mario Avagliano e Marco Palmieri, giornalisti e cultori di Storia Contemporanea molto apprezzati e conosciuti da svariato tempo, sono riusciti a rendere omaggio a tutte le vittime della strage delle Fosse Ardeatine.
Gli Autori con le loro ricerche hanno dimostrato che purtroppo tutte le vittime sono antifascisti ed oppositori del Regime.
Sono anche ebrei.
Nel libro è anche dimostrato che il massacro fu fascista in quanto avvenne nel territorio formalmente sotto la giurisdizione della Repubblica Sociale Italiana e la Questura di Roma partecipò attivamente alla selezione delle vittime.
È anche interessante il ruolo delle donne in questa strage in quanto le madri, le mogli, le fidanzate si recarono a Regina Coeli ed a Via Tasso per avere notizie dei loro cari e fu grazie a loro se si giunse al riconoscimento delle vittime e quindi all’edificazione del Monumento delle Fosse Ardeatine.
Questo libro va sicuramente letto e meditato e tramandato ai posteri affinché si conosca, e bene, la storia di questa strage.
E di ciò, ripeto, va reso giusto omaggio ai due coraggiosi ed attenti storici che sono Mario Avagliano e Marco Palmieri.
Gianluigi Chiaserotti