di Leo Strozzieri
Assai nota in Italia e soprattutto all’estero per aver esposto nelle numerose rassegne d’arte tenutesi presso le sedi culturali del nostro paese in diverse metropoli (Stoccarda, Helsinki, Mostar, Istanbul, Stoccolma) tutte documentate da eleganti cataloghi della Mondadori, Giovanna Carbone, artista e poetessa friulana ha un rapporto a dir poco privilegiato con la regione Abruzzo intanto per gli interscambi con nostri operatori culturali, ma poi per aver esposto in spazi prestigiosi come il Museo Michetti di Francavilla al Mare, il Palazzo Ducale di Atri, l’Aurum e la Maison des Arts di Pescara, il Palazzo Santoro Colella di Pratola Peligna, la casa natale di Michetti a Tocco da Casauria, senza dimenticare la partecipazione al glorioso Premio Sulmona al giro di boa della cinquantesima edizione e ad Arte no caste, ritenuta singolare per l’aspetto identitario non legato al mercato o ad ideologie. Questa in sintesi una breve scheda biografica dell’artista: Nata a Udine nel 1955, vive ed opera a Cividale del Friuli, nel cui Museo Archeologico Nazionale ha prestato servizio. Con la tecnica del collage ha sempre eseguito opere di piccolo formato, ma di intenso lirismo esposte in Italia e, come si diceva, all’estero. Sulla sua ricerca anni or sono è uscita una monografia con testo critico di Leo Strozzieri con cui di recente ha anche prodotto opere a quattro mani documentate da un elegante volume dal titolo: “Panismo a quattro mani”, per l’editrice Artestruttura e saggio critico di Chiara Strozzieri. Tale pubblicazione sul tema ecologico è stata presentata con grande partecipazione di pubblico e riscontri critici di livello nel giugno del 2023 nella prestigiosa sede del Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Nei lavori recenti l’artista si è accostata alla pittografia con l’inserimento nell’opera di parole a guisa dei futuristi ed inoltre sotto l’influsso delle detessiture di Salvatore Emblema in alcune prove dà risalto alla luce che domina la parte superiore delle composizioni in dialettica con quelle inferiori dal cromatismo acceso, quasi espressionistico. Recentemente è stata invitata ad esporre all’Aurum di Pescara per i 50 anni della scomparsa di Picasso, al Museo Michetti di Francavilla al Mare e al Museo Irpino di Avellino (catalogo Mondadori). Innamorata com’è della natura, ne canta gli aspetti romantici ed anche quelli tipici dei contrasti cromatici dovuti a fenomeni che incutono terrore ed allo stesso tempo fungono da accoliti a quella prospettiva del sublime di cui parlavano gli scrittori dell’800. La tecnica del collage ha per lei una valenza di recupero di materiali poveri ma comunque atti ad una prospettiva estetica di alto significato simbolico. Carbone è innamorata della carta che manipola con sapienza compositiva in modo da sbalordire per i risultati lirici ottenuti con estrema eleganza. All’artista la città di Cividale del Friuli, dedica una mostra antologica dal titolo Secondo natura (22 agosto-1 settembre presso la Casa delle Arti) curata dalla storica dell’arte pescarese Chiara Strozzieri. Proprio la visione del completo itinerario operativo mi induce a coniare il termine Bottiart che ben si addice per caratterizzare sia il personaggio che l’opera pittorica e poetica di esso. Intanto va detto che questo termine è riferito al più noto capolavoro di Botticelli, ovvero la Primavera: in effetti in un tremulo silenzio di voci, i suoi versi e i suoi colori a guisa di gardenie odorose inducono il fruitore entro il perimetro voluttuoso della stagione del risveglio. Risveglio lieve come i coriandoli colorati che a sciami si diffondono nell’aria per poi depositarsi sulle superfici.