Ha come sottotitolo “L’inchiesta sui dossier dell’Antimafia”.
Brunella Bolloli e Rita Cavallaro, note giornaliste di inchiesta, hanno dato alle stampe questo libro che è così intitolato, e ciò da un’espressione del giudice di Perugia, Raffaele Cantone, che definisce la D. N. A. (Direzione Nazionale Antimafia), la superprocura ideata dal giudice Giovanni Falcone per combattere la criminalità organizzata, luogo sacro della lotta alla criminalità e non covo di spioni, protetto proprio da chi invece dovrebbe combatterlo.
Il libro analizza con una meticolosità e precisione, proprie delle Autrici, tutte le trame tessute dai c. d. “spioni” per almeno quattro anni con un sistematico accesso alle banche dati, utilizzate dal luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e dal suo capo al gruppo Segnalazioni operazioni sospette, le S. o. s., il p. m. Antonio Laudati.
Tutto inizia da una profezia del Ministro della Difesa Guido Crosetto.
È lui, fedelissimo di Giorgia Meloni, che affida ad un esposto ed a una sua breve dichiarazione la propria sensazione inquietante: cioè di essere finito in un mirino di un pool di spie e che stanno cercando di colpirlo in vista delle elezioni politiche del settembre 2022.
Poi spuntano fuori i dossier che hanno impedito a Silvio Berlusconi e a Maria Elisabetta Alberti Casellati di ascendere al Colle nel gennaio 2022.
Eppoi interessi smodati per personaggi come Salvini, come ministri e sottosegretari del Governo Meloni.
L’attuale inchiesta di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ha scoperchiato il vaso di Pandora, portando alla luce un vero e proprio “verminaio” di accessi su migliaia di nomi, quasi mostruoso da paventare un mercato e quindi un vero e proprio attacco sistematico alla vita democratica del nostro Paese.
Dossieraggio che si è trasferito anche all’estero e nei Sacri Palazzi del Vaticano.
Dossieraggio purtroppo, come spesso accade, sempre verso e soltanto un’unica parte politica, democraticamente eletta, ma non del tutto accettata, come ci hanno abituati dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994 in poi.
È un libro che si legge tutto di un fiato.
Scritto in una prosa limpida, scorrevole come ci hanno abituato, e da anni, le Autrici, vere ed autentiche giornaliste al servizio della verità e del lettore, Brunella Bolloli e Rita Cavallaro, nei loro pezzi sui rispettivi giornali e/o riviste.
«La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire», con questo aforisma di George Orwell inizia il saggio.
Caratteristica piacevole dell’inchiesta giornalistica sono le citazioni di massime di personaggi famosi, scrittori, filosofi, retori antichi, che introducono ciascun capitolo.
Concludo con le parole della quarta di copertina: «Questo libro prova a entrare dentro la verità, a farsi largo fra trappole e i depistaggi, alla ricerca di quel filo rosso che sembra all’improvviso unire centinaia di storie italiane e di persone finite nei guai in un’unica inquietante trama segreta. Alla ricerca di una spiegazione. Alla ricerca dei mandanti.».
Cui prodest?
Chi c’è dietro?
Chi manovra?
Chi è il mandante?
Libro da acquistare e leggere attentamente.