Sono passati nove mesi dalla notte del 29 dicembre 2023, quando il Consiglio regionale, approvando un emendamento alla legge di bilancio regionale 2024, tagliò il 98% della Riserva, portandola dagli originari 1.148 a 24 ettari. Una scelta compiuta al di fuori di ogni procedura che provocò la sollevazione popolare di oltre 250 realtà tra forze ambientaliste, comitati locali, sindacati, associazioni di categoria e movimenti politici che giunse all’attenzione anche della stampa nazionale. Una petizione sottoscritta da oltre 32.000 cittadini, diverse manifestazioni e gli atti ufficiali del Comune di Roseto degli Abruzzi, nel cui territorio ricade la Riserva: tutto con l’unico obiettivo di ripristinare i confini originari della riserva.
Della questione fu investito anche il Governo nazionale con la richiesta di impugnare la legge regionale davanti alla Corte costituzionale per l’evidente contrasto con la normativa nazionale sulle aree naturali protette. Il Presidente Marsilio evitò l’impugnativa davanti alla Corte impegnandosi, con una nota del 20 marzo 2024 nella quale definiva il perimetro ridotto come “provvisorio”,a riportare la definizione dei confini in Consiglio regionale.
Da allora sono trascorsi mesi e, come previsto dalle Guide del Borsacchio e dal WWF, si è solo ritardato l’approvazione del Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva atteso da circa 20 anni.
A inizio settembre il ritardo accumulato aveva spinto il Presidente nazionale del WWF Italia, Luciano Di Tizio a informare la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero dell’Ambiente del fatto che non si era ancora dato seguito a quanto promesso dal Presidente Marsilio.
Giovedì 3 ottobre sembra che qualcosa finalmente si muova: la Commissione del Consiglio Regionale “Territorio, Ambiente e Infrastrutture” è stata convocata per avviare l’esame delle due proposte di legge presentate: quella della Giunta che non ripristina i confini originari della Riserva, ma si limita a prevedere un confuso sistema di tutela urbanistica, puntando alla nomina di una ennesima Commissione che dovrebbe dichiarare l’area della Riserva di notevole interesse pubblico; quella delle opposizioni che chiede invece il ripristino dei confini originari della Riserva.
Le associazioni si aspettano di essere convocate nelle audizioni al fine di poter esporre le loro ragioni, contrariamente a quanto fu fatto a dicembre con il blitz notturno degli allora consiglieri regionali Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo di Forza Italia, Simona Cardinali e Federica Rompicapo della Lega e Umberto De Annuntiis di Fratelli d’Italia (oggi solo due di questi sono stati rieletti consiglieri).
“Le nostre associazioni hanno sempre chiesto e continuano a chiedere una sola cosa: tornare agli originari 1148 ettari della Riserva”, dichiarano Filomena Ricci, Delegata regionale del WWF Abruzzo, e Marco Borgatti, Presidente delle Guide del Borsacchio. “Il taglio della riserva è avvenuto senza alcuna motivazione scientifica, né valutazione dei competenti uffici regionali. Ma non solo! Così facendo la Regione ha ulteriormente ritardato l’approvazione del PAN della Riserva, costato centinaia di migliaia di euro di fondi regionali e fermo da due decenni per responsabilità in primis della Regione stessa. Solo tornando ai confini originari si potrà finalmente approvare questo strumento di gestione che ha concluso il suo iter tecnico-amministrativo condotto di concerto dal Comune di Roseto degli Abruzzi e dalla Regione Abruzzo. Qualsiasi altra soluzione pasticciata non farà che aumentare la confusione e ritardare l’avvio concreto della Riserva che ancora oggi non ha alcuna programmazione di valorizzazione del territorio da parte delle istituzioni ed è conosciuta e apprezzata solo per il lavoro svolto dai volontari”.
Queta richiesta di tornare al perimetro originario della Riserva e approvare subito il PAN è del resto la stessa richiesta portata avanti dalla Città di Roseto degli Abruzzi, ribadita all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta del 13 settembre scorso.