Chieti: In uno scenario dove l’arte incontra la scienza, e l’ambiente estremo diventa un laboratorio vivente, la scultura “Portale” di Nicola Antonelli si prepara a fare la sua ascesa monumentale ai 5050 metri della Piramide Ev-K2-CNR, situata nel cuore dell’Himalayavicino al campo base dell’Everest. Quest’opera, nata dalla maestria e dalla visione profonda dell’artista laureato all’Accademia delle Belle Arti de L’Aquila, porterà con sé un messaggio potente fino al “tetto del mondo”: “Nel silenzio dell’ipossia, la Terra grida.”
Il 21 ottobre 2024, parte un’ambiziosa spedizione scientifica guidata dal professor Vittore Verratti dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. La missione, denominata “Pyramid 24 Exploration and Physiology”, non è solo un viaggio verso l’alto, ma un’indagine approfondita su come l’organismo umano si adatta a condizioni di ipossia — la diminuzione dei livelli di ossigeno che incide profondamente sui sistemi vitali.
Antonelli, conosciuto per il suo impegno verso problemi ambientali e sociali e la sua abilità di trasmettere messaggi potenti attraverso l’arte, ha scelto la pietra della Majella per questa creazione. La scultura agisce come un ponte — non solo fisico tra la Majella e l’Himalaya — ma anche simbolico, legando il rigore scientifico alla sensibilità artistica. Con la sua iscrizione incisa, la scultura ricorda agli scienziati e agli alpinisti che, anche nell’isolamento delle vette più alte, le grida della Terra non possono essere ignorate.
“Con ‘Portale’, ho cercato di collegare due grandi montagne e di unire arte e scienza,” spiega Antonelli. “Questa scultura vuole stimolare una riflessione sull’impatto umano e la nostra connessione con la natura, soprattutto nei silenzi delle alte quote dove diventa vitale ascoltare il nostro pianeta”. L’opera di Antonelli sarà collocata strategicamente presso la Piramide Ev-K2-CNR, che funge da laboratorio per studiare gli effetti dell’alta quota sul corpo umano. La ricerca è supportata da un consorzio internazionale, includendo università di prestigio come l’Università di Ferrara e la University of California, San Diego. Il progetto si estende oltre la scienza pura, con una componente umanitaria significativa, come il supporto ai bambini orfani del Nepal, mostrando così che la ricerca può andare di pari passo con la compassione e l’impegno sociale.
Il“Portale” di Antonelli non è solo un’opera d’arte; è un manifesto, una custode silenziosa che porterà il peso del suo messaggio in uno dei luoghi più inospitali della Terra. Mentre i ricercatori esamineranno come l’ipossia influenzi tutto, dalla funzione cardiaca alla cognizione, la scultura rimarrà lì, un promemoria permanente della responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro pianeta.
Integrato in questo contesto di esplorazione scientifica e umanitaria, il Teatro Minimo Boreale di “Fiorinvalle di Terra D’oro”a Sant’Eusanio del Sangro arricchisce la spedizione con la sua dimensione culturale, portando artisti e performer che interagiranno con il contesto naturale e scientifico, creando un dialogo culturale che risuona con le tematiche di adattamento e sopravvivenza in condizioni estreme. Il contributo del Teatro Minimo Boreale sottolinea l’importanza dell’arte come strumento di espressione e riflessione in situazioni di frontiera.
Mentre la spedizione si avvicina, la comunità globale osserva, ricordando che nelle sfide estreme della natura, troviamo non solo le risposte a domande scientifiche ma anche profonde verità sul nostro impatto e sulla nostra interdipendenza con la Terra che tutti chiamiamo casa.