L’Area Marina Protetta non ci sta a subire attacchi ingiustificati e sconsiderati, che tra l’altro possono ingenerare erronee convinzioni sull’attività del Consorzio, la quale, invece, è indirizzata alla tutela dell’ambiente marino e costiero; la relativa documentazione prodotta è reperibile sul sito dell’AMP ed anche le ricerche svolte sono pubblicate integralmente sull’apposita pagina (http://www.torredelcerrano.it/attivita/ricerche.html).
Tutta l’attività del Consorzio di Gestione dell’AMP Torre del Cerrano è svolta secondo i canoni di buona e corretta gestione delle risorse che si rendono disponibili, in piena trasparenza e rispetto delle norme nelle modalità di utilizzo, potendo contare su pochi fondi a disposizione. Pertanto, viene vagliato attentamente ogni strumento utile per poter partecipare a finanziamenti straordinari provenienti dall’Unione Europea o da bandi nazionali ed internazionali.
In questa ottica rientra il progetto per degli impianti sportivi, dedicati agli “sport su sabbia”, nell’area messa a disposizione del Consorzio da parte del Comune di Silvi in zona Piomba. Intervento anche questo indirizzato, comunque, alla conservazione ambientale, essendo pensato per ridurre l’impatto delle attività sportive sugli arenili che spesso, quando svolte in maniera massiva, con tornei o competizioni, vanno in contrasto con le attività di conservazione degli ambienti dunali. Ad oggi l’esito del progetto, presentato e approvato dal Cda dell’ente nel 2013, non è ancora noto, per cui non uno dei 356.680,00 euro richiesti a finaziamento risulta ancora nè acquisito e tantomeno speso.
Il cosiddetto “gazebo”, presente invece oggi nell’area, è in realtà un manufatto in legno che faceva servizio come punto informativo e di supporto alla sala pluriuso e conferenze costituita dalla tensostruttura finanziata dal Ministero dell’Ambiente nel 2010, in fase di avvio dell’AMP, per consentire di avere uno spazio adeguato per le attività pubbliche della stessa. Il costo dell’intera struttura (sala conferenze in tensostruttura, casotto in legno e servizi) è assolutamente in linea con quello che una qualunque struttura del genere avrebbe comportato. Spiace rilevare che lo stesso Squeo e il Cogevo hanno partecipato ad una delle tante riunioni tenutesi proprio in quella tensostruttura, dunque, lo stesso rappresentante di Federpesca sa perfettamente di mentire allorquando evoca una spesa straordinaria se rapportata soltanto al manufatto in legno, mentre invece, detta spesa è comprensiva di tensostruttura, altre opere in legno ubicate sia presso la torre che presso la strutture stagionali, sul demanio a Pineto e a Silvi. Purtroppo, la nevicata straordinaria del febbraio 2012 fece crollare la tensostruttura e così il casotto in legno è rimasto oggi senza la sua funzione primaria. Si sta ora lavorando con il Comune di Silvi per definirne un nuovo uso. Nessuna risorsa o bene viene abbandonata o sottoutilizzata dall’AMP come si vorrebbe far credere.
Nessun ristorante esiste al centro di Pineto realizzato dall’AMP e tantomeno con fondi pubblici, così come nessuno stabilimento balneare è in costruzione a cura dell’Area Marina Protetta. Esiste invece una stretta collaborazione tra l’AMP e i balneatori e le strutture turistiche e di ristorazione, sia a Pineto che a Silvi, attraverso il progetto “Amici del Parco” che veicola i prodotti locali attraverso tali strutture, sia provenienti dall’artigianato che dall’agricoltura e si spera, un domani, anche dalla pesca.
Infine, l’AMP, con il supporto di associazioni di volontariato, gestisce due punti strategici di informazione turistica con ombreggio annesso: il primo presso il casottino in legno pre-esistente in prossimità del sottopasso di accesso a Torre Cerrano, avuto in comodato dalla Guardia Costiera ed utilissimo per l’attività informativa e di sorveglianza operata in quel punto di grande affluenza turistica, Zona B e quindi di particolare delicatezza ambientale; il secondo presso gli uffici IAT-InformazioneTuristica di Silvi, servizi che sono gestiti dall’AMP insieme al Comune in convenzione con la Regione Abruzzo.
Nessuna concorrenza sleale dunque, ma servizi pubblici resi e pratiche di autofinanziamento secondo le direttive ministeriali e già applicate da altre aree marine protette in Italia. Pur comprendendo le legittime richieste del Cogevo in ordine alle problematiche economiche derivanti dal mancato utilizzo ai fini della pesca dei fondali dell’AMP, sfugge la motivazione per la quale, a fronte della sempre ribadita apertura al dialogo da parte di questa gestione dell’AMP, i vertici del Cogevo insistono in una politica distruttiva e in questo caso artatamente infondata a fronte degli ottimi risultati conseguiti dall’AMP, sia in termini di oculata gestione, sia in termini di difesa dell’ambiente e di collaborazione attiva con l’economia locale in chiave di sviluppo sostenibile. Pertanto, rinnoviamo l’invito al senso di responsabilità necessario non solo da parte di chi gestisce istituzioni pubbliche ma anche da parte di chi deve tutelare interessi reali di categorie o associazioni, senza distorcere la realtà delle cose.