PETROLIZZAZIONE IN ABRUZZO, LE INTESE DI CHIODI
NON SALVANO IL LAGO DI BOMBA
“La soluzione individuata dal Presidente Chiodi per evitare che l’Abruzzo diventi una regione petrolifera forse riuscirà a bloccare il centro oli, ma non certo il progetto di impianto a gas nel lago di Bomba: la legge a cui il Governatore fa infatti riferimento si riferisce solo ad attività inerenti la lavorazione di idrocarburi liquidi e non gassosi”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico, Franco Caramanico, commenta le dichiarazioni del Presidente Chiodi sulla soluzione giuridica per far sparire il conflitto tra Regione e Stato sulle attribuzioni della materia in tema di petrolio ed estrazioni. “Il provvedimento a cui fa riferimento Chiodi – spiega Caramanico – non blocca di fatto il progetto della società Forest Oil corporation che interessa direttamente l’area di Bomba e prevede lo sviluppo del campo gas Monte Pallano, tramite la perforazione e la messa in produzione di cinque pozzi e la realizzazione di un Impianto per il Trattamento del gas estratto. Inoltre – aggiunge il consigliere Caramanico – Chiodi non specifica se l’intesa che la Regione eserciterà per decidere sul proprio territorio in materia di attività estrattive avrà valore retroattivo per il centro oli. Gli annunci del presidente assomigliano a provvedimenti tampone”. Per Caramanico lo stop definitivo al progetto di impianto a gas nel lago di Bomba potrebbe venire solo dal Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria approvato dal Consiglio regionale nel settembre del 2007. “Stando infatti alle norme contenute nel Piano – spiega Caramanico – è fatto divieto di insediamento alle nuove attività industriali che emettono emissioni in atmosfera nelle aree esterne alle aree industriali”.