Dall’analisi della documentazione, ottenuta per il tramite del Difensore Civico, raccolta il caso è da definirsi paradossale.
I Documenti:
Innanzitutto correttamente la Provincia ufficio funghi, ha segnalato da anni la pratica scorretta al competente settore della Regione Abruzzo. Quest’ultimo ha segnalato al competente ufficio legale. Ad oggi di fatto che tutti sanno ma nessuno agisce. L’amministrazione comunale si convenziona con l’amministrazione separata, il motivo, quello di garantire il controllo degli accessi per evitare un flusso importante in un’area protetta, nella convezione è scritto a chiare lettere che l’accesso deve essere gratuito. Vengono elevate multe a chi non espone un permesso dell’amministrazione separata, sul quale non viene fatto alcun riferimento all’ordinanza e alla convenzione. Il vigile urbano su quale base eleva la sanzione?. Se il numero degli accessi è limitato come viene controllato? L’amministrazione separata rilascia permessi a pagamento, non solo, ma abbona per tutta la stagione una rilevante massa di locali e di cercatori. Ma non doveva essere controllato il flusso. In violazione alla norma sulla raccolta dei funghi l’amministrazione separata non richiede tra i requisiti dei raccoglitori il possesso dell’apposito tesserino. Un coacervo dunque di potenziali irregolarità, una certezza quella dell’assenza di autorizzazione dell’Ente preposto ha determinato la scelta da parte dell’associazione di inviare tutto il carteggio alle forze di Polizia, alle Procure del Tribunale di Teramo, di Pescara e della Corte dei Conti, oltre a tutti i soggetti tenuti al controllo “ Sembra di essere nella terra di nessuno, quindi preferiamo coinvolgere tutti i soggetti che possono in qualche modo avere competenza.”
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