Sul quotidiano “IL CENTRO” del 15/04/2014, a pagina 23 della cronaca di Roseto degli Abruzzi, è apparso l’articolo titolato: “Riserva solo sulla carta. Il Borsacchio non decolla”.
In riferimento al suo contenuto, si ritiene doveroso evidenziare l’inesattezza di alcune affermazioni relative al fatto che all’interno dell’area protetta esisterebbero tuttora “centri abitati…e quartieri urbani”. In realtà, come ben noto, a seguito dell’ennesima legge di riperimetrazione che il Consiglio Regionale approvò (sciaguratamente) nel mese di maggio 2012 e che venne aspramente contestata dal Comitato cittadino e dalle Associazioni Ambientaliste nonché contrastata da pochi valorosi Consiglieri Regionali, che scelsero di attuare uno strenuo (seppur infruttuoso) ostruzionismo in aula, nel tentativo di impedire una riperimetrazione avente come unico scopo quello di consentire l’estinzione di alcuni reati edilizi; ormai tutte le zone urbanizzate sono state poste fuori dal perimetro della Riserva, mentre restano al suo interno solo terreni agricoli, su alcuni dei quali, trovandosi lungo il litorale, proprio di fronte alla spiaggia, le mire edificatorie continuano ad essere particolarmente pressanti.
E non è probabilmente un caso se, nell’articolo, il Consigliere Comunale Antonio Norante ha affermato che “non sono esclusi completamente nuovi insediamenti turistici o di altra natura”, aggiungendo che potrebbe tornare in auge persino il progetto “che risale a quasi trent’anni fa e che prevedeva la realizzazione di un villaggio vacanze proprio nel cuore di quella che sarebbe diventata la Riserva del Borsacchio”! Senza però considerare che quegli interventi, proposti trent’anni fa, non poterono e non possono tuttora realizzarsi, anche e soprattutto perché quel tratto di costa è sottoposto ad una fortissima erosione marina, che ne ha drasticamente ridotto l’estensione e che ha reso impraticabile ogni ipotesi di sua utilizzazione a scopo edificatorio, stretto com’è sempre più tra demanio ferroviario e demanio marittimo.
Ma siamo davvero convinti poi che sarebbe saggio consentire la trasformazione degli ultimi tratti di costa scampati alla cementificazione selvaggia emulando lo scempio di viale Makarska? E soprattutto: nell’interesse di chi dovremmo permettere tutto ciò? Forse dei nostri figli, da gratificare lasciando loro in eredità un’altra bella lenzuolata di orrende palazzine a ridosso della riva del mare, che nessun vantaggio apporteranno all’economia locale ed alla vivibilità ed attrattività turistica del territorio?
Per il Comitato Riserva Naturale Regionale Guidata Borsacchio.
Avv. Fabio Celommi