Il dado è tratto per la 500 di Indy
di Lino Manocchia
INDIANAPOLIS, 23 Maggio ’10 – E il brasiliano Helio Castroneves (foto), pilota del team Penske, partirà dalla pole position della 500 miglia del 30 maggio. Alla media di 227.970 miglia orarie, il tre volte vincitore della gara del memorial Day, Castroneves ha contenuto gli attacchi dell’australiano Will Power e dell’italo-scozzese Dario Franchitti, (del team Cip Ganassi) che si sono affiancati in prima fila col poleman. Ma non è detto che, per questo “privilegio” ottenuto grazie alle maggiori miglia orarie, vincerà sicuramente la mitica corsa.
In seconda fila l’inglese Bryan Briscoe (un altro driver della Penske) avrà al fianco l’italo canadese Alessandro Tagliani, figlio di lombardi, e l’australiano Scott Dixon. Un zona internazionale, se si vuole, con tanto di diploma… ”magistrale”.
Tuttavia mentre per molti piloti del passato Indy resta un ricordo indelebile, per altri rimarrà un sogno nell’ovale più famoso del mondo, svanito dopo 210 minuti di sfrenata, rombante sarabanda. Per un chiassoso agglomeramento di tifosi, resta l’immagine di una dozzina o 40 visite allo speedway famoso (come ricorda il cronista), e la soddisfazione di aver acquistato un cappellino ed una maglietta ricordo dell’evento. Per il “poleman” la gioia e la sicurezza di un assegno di 175 mila dollari per la prima posizione di partenza. Per gli altri piloti rimarrà la rabbia, la decisione, il disappunto o la soddisfazione per i risultati ottenuti, e la speranza che tra 360 giorni Indy riaprirà i suoi cancelli per un’altra spasmodica corsa.
E gli organizzatori? Sorridenti, ma lungi i tempi rigogliosi che annotavano frequenze sui 250 mila e passa afficionados, molti giunti dal resto del mondo. Ma ogni sport ha i suoi altalenanti diagrammi. Come il calcio, per citare lo sport più seguito. E’ sfumato il tempo dei Piola, Biavati, Meazza, Moroso, Parola ecc. Degli eroi restano i nomi e le imprese che lentamente sfumano col sopraggiungere di novità e situazioni. E’ il mondo che cambia e la bandiera passa dai nonni ai nipoti. La tradizione di una nazione si forma anche con cose così.
MAGRA PER I BAGARINI
I derelitti bagarini un tempo sulla cresta, sudano per offrire per 50 dollari, un biglietto che può essere acquistato – per la prima volta quest’anno – per 20 dollari. A noi resta la consolazione di poter annotare se le “nuove leve” al cospetto dei “vecchi calibri” valgono altrettanti elogi e dollari.
Castroneves, dunque, ha fermato il cronometro sulle 278 miglia per compiere le quattro passate a tavoletta, pari a 10 miglia complessive, e soltanto in 24 si sono qualificati. Il resto dei 33 tenteranno oggi di abbracciare la dea bendata, ma è tutta merce che non impressiona.
Nel primo ciclo figura anche l’italo-svizzera (rookie) Simona De Silvestro, seguita dalla presuntuosetta Danica Patrick (foto), che proprio ieri, allo scadere del tempo, è apparsa 24ma ed ha pronunciato parole d’accusa contro il team, poiché… «non me l’aspettavo una si imbarazzante situazione.»
La driver dell’Arizona è stata fischiata, rimbeccata con rumori e criticata anche dai “fedeli seguaci”. Ma la “diva” ha detto con aria spavalda che… «la qualifica non conta (?!). E’ la gara che deve essere vinta.»
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ABRUZZOpress – N. 186 del 23 Maggio ’10 Pag 2
Comunque lei, dopo sei presenze a Indy, ancora deve far vedere di cosa sia capace contro i veri piloti della categoria. Perdoniamo l’arroganza!…
Non dimentichiamo che durante le giornate di allenamento e durante la qualifica, non sono stati assenti i colpi contro The Wall”, il muretto che cinge la pista, seguiti quasi sempre da grosse fiamme di metanolo. Per fortuna chi ci ha rimesso… le ossa sono state le costose vetture, caratteristica questa, dell’imperterrito ovale dell’Indiana. (nella foto, il momento dell’incidente)
Ancora cinque giorni …di attesa e i candidati si alterneranno a provare, a studiare le caratteristiche di questa pista che Mario Andretti definisce, «dalle quattro curve simili a quattro sorelle, ma ognuna diversa l’una dall’altra al momento dell’attacco del concorrente.»
Chissà se saranno amiche delle driver di sesso femminile che sperano di potersi affermare. Speranza, questa, non certo troppo vicina.
Il dado è tratto, dunque. Intanto il bailamme che precede la 500 miglia di Indy vivrà con la sfilata delle majorette lungo le avenue della città, il “party di lusso”, una minuscola maratona, mentre il pubblico annega in un lago di birra alimentato da milioni di lattine.
“Come to see Indy” – Vieni a vedere Indy – suggerisce un immenso striscione variopinto.
Sarà per un’altra volta!…
LINO MANOCCHIA