Buongiorno a tutti; saluto le autorità politiche, civili, i rappresentanti delle Forze Armate e dei corpi di polizia operanti sul nostro territorio, le associazioni combattentistiche, le autorità religiose, saluto i piccoli delCoro di voci bianche dell’Istituto Comprensivo Savini-San Giuseppe-San Giorgio, i loro insegnanti, e naturalmente saluto tutti voi, miei concittadini di Teramo, venuti oggi a festeggiare l’Anniversario della Repubblica Italiana.
Sono trascorsi 68 anni da quel 2 giugno del 1946, quando gli italiani scelsero la forma istituzionale della Repubblica. Consegnarono in tal modo, a sé stessi e alle generazioni future, un Paese fondato su due principi fondamentali: la democrazia e la libertà. Da quella data, i cittadini, si sono concepiti come protagonisti della vita del Paese, artefici delle sue fortune e del suo progresso. Pur tra le contraddizioni e le inevitabili difficoltà che il divenire di un paese porta con se, siamo diventati una nazione matura, nella quale i cittadini possono riconoscere nella Costituzione Repubblicana -altissima espressione e sintesi delle idee, delle attese, delle speranze e delle prospettive -i diritti e i doveri di ciascuno, dei gruppi, delle istituzioni.
Ma proprio perché siamo un Paese maturo, non possiamo nascondere, come ha ricordato il Presidente Giorgio Napolitano che “In questo momento, sentirsi nazione unita e solidale, sentirsi italiani, significa riconoscere come problemi di tutti noi quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza in cui si dibattono, pesanti interrogativi per il futuro”. E i problemi sono quelli della vita quotidiana, dell’economia domestica, del lavoro, della giustizia sociale. Il momento che attraversiamo é davvero difficile: tutti siamo protagonisti di un grande sforzo collettivo e personale, fatto di sacrifici, per aprirci a prospettive finalmente positive. La nostra cittànon si sottrae a tale responsabilità. I teramani affrontano con determinazione la durezza dei tempi e continuano ad offrire il proprio contributo con la laboriosità che li distingue, con la capacità di affrontare le avversità che é scritta nella storia, con lo spirito di solidarietà e condivisione che sanno far emergere.
Per parte loro, le istituzioni hanno il compito di assicurare diritti e doveri, proprio in momenti di difficoltà economica e sociale come quelli che viviamo. Le amministrazioni, dal Governo nazionale alle articolazioni locali, devono far giungere un concreto sostegno innanzitutto a chi, più debole, vive con minore difesa le difficoltà della vita.
Anche questo potrà contribuire a riaffermare quale percezione delle istituzioni, sempre più vicine e al servizio vero della cittadinanza, sempre più rappresentative, nella forma e nella sostanza, delle istanze e della realtà del Paese.
Esemplare, in questo senso, é la duplice manifestazione di riconoscimento di cui stamane siamo testimoni. La consegna, da parte di sua Eccellenza il Prefetto, di 3 Medaglie d’Onore in Memoria di Venturino Grossi, Antonio Santicchia ed Alfonso Rastelli, di Castellato, deportati in Germania nel periodo 1943/1945 e quella del titolo onorifico a 13 cittadini, implicito riconoscimento di alti meriti e valori sociali. Ad essi giungano le mie personali ed istituzionali felicitazioni, accompagnate dal sentimento di profonda e compiaciuta stima.
Un abbraccio, infine, a ciascuno dei piccoli bimbi del “Coro di voci bianche” dell’Istituto Comprensivo Savini-San Giuseppe-San Giorgio, che chiuderanno questa cerimonia, con l’Inno di Mameli, con la freschezza, la spontaneità, la serenità che appartengono a chi é puro e libero. Per questo, ascoltiamo le loro commoventi voci, e prendiamole come auspicio per il futuro della nostra Italia.
Buon 2 Giugno a tutti.
Viva l’Italia, viva la Repubblica, viva Teramo.