Il primo consiglio comunale del secondo mandato Brucchi è iniziato con il rischio di una crisi politica che ha portato il sindaco a minacciare le dimissioni nel chiuso della sua stanza. Infatti alla stentatissima elezione, dopo ben cinque votazioni, del Presidente del Consiglio, Milton Di Sabatino ripescato dai meandri della Prima Repubblica (consigliere comunale dal 1990 e già presidente del consiglio con il centro sinistra dal 1995 al 1999), si è arrivati a seguito di un serrato confronto che ha mostrato tutte le fragilità politiche di una squadra che si tiene assieme solo grazie ad una precaria architettura spartitoria di poltrone tra correnti e sotto correnti.
Nella formazione della giunta l’unico metodo utilizzato è stato quello di rispondere ai desideri dei capi bastone; non si sono invece valutati i problemi veri della città testimoniati dalle 300 famiglie che ogni giorno si recano al banco alimentare ed alla mensa della Caritas, dalle numerosissime attività commerciali e artigianali che negli ultimi anni hanno abbassato le serrande, e dal dato allarmante di un giovane su tre disoccupato ( sopra la media nazionale).
Evidenti inoltre appaiono le situazioni di conflitto di interesse all’interno della Giunta, che minano il corretto e trasparente funzionamento dell’organo e la serenità nel giudizio e nella valutazione i essa.
In particolare, la conflittualità rappresentata dalla delega conferita alla figlia del Capo Dipartimento delle Asl, diretto superiore del sindaco Brucchi, sarà portata all’attenzione del Dirigente Asl e della CIVIT affinchè sia valutata l’adozione di opportune misure volte a superarel’evidente promiscuità di interessi in gioco, per tutelare, non soltanto del buon funzionamento dell’amministrazione comunale, ma anche del delicato servizio che il Sindaco rende quale dipendente dell’azienda sanitaria locale.
Il centro destra teramano deve finalmente capire che la cosa pubblica non è roba tra pochi ma interesse generale e collettivo.
Il coordinatore
Manola Di Pasquale