“Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito.”
Sebastiano Girlando interpreta la poesia come un viaggio. Nella sua raccolta “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” si presenta a noi lettori come il viandante che, non avendo meta, riesce ad arrivare senza mai muoversi dalla sua fedele scrivania.
La silloge, edita nel giugno 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Poesia”, presenta la suddivisione in due sezioni: una prima parte intitolata “Le mie poesie” ed una seconda ed ultima parte denominata “Poesie in vernacolo romanesco”.
“Roma nun abbisogna d’esse ‘ncenzata,/ anzi spesso è schiva,/ è ‘na dama d’artri tempi,/ arcune vorte sta all’erta,/ arrossisce puro/ mentre io l’ammiro stanno sempre/ a bocca aperta./ […]” – “Te vojo bbene”
L’autore, Sebastiano Girlando, è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità sulla sua passione e sul suo “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”. Buona lettura!
A.M.: La poesia, un’amica sempre presente. Come si diventa poeti?
Sebastiano Girlando: È mia opinione che non ci sia ricetta alcuna per scoprirsi poeti. È la poesia che ti assale all’improvviso e, avvolto da uno stato d’ansia ed in preda ad una estasi d’amore, ti ritrovi con in mano carta e penna a dialogare, nudo e senza orpelli, con l’anima tua. Io non penso che fare il poeta sia una professione ma semplicemente un sapersi leggere dentro e, soprattutto, un saper farsi leggere. Amo ripetermi che un po’ tutti si sappia scrivere (al di là dell’aspetto tecnico), la vera arte è sapersi far leggere e indurre l’anima del lettore a scoprirsi. Quindi, a parere mio, si diventa poeta nel momento di scoprire negli altri un’orma, a guisa di ruota di carro che passa in un sentiero fangoso ed inesplorato, la propria orma e, giustappunto, diventi non più tua ma di proprietà di chi ti legge.
A.M.: “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” è un titolo intrigante. Come ti è venuto in mente? Ci racconti la sua genesi?
Sebastiano Girlando: Ognuno di noi ha una grossa fortuna ed un inestimabile valore: la propria Anima. Dentro ciascuno di noi brilla un sole che, per una miriade di ragioni, lo si tiene imprigionato, nascosto, lontano. Nel silenzio della notte spesso scalpita, diventa rovente, scalcia ed allora perché non portarlo fuori affinché possa illuminare la stanza e nascondere finalmente persino quel buio che ci assedia. Insomma credo che la fiammella di quel sole nascosto sia il grimaldello per aprire la porta del cuore, consentirci di attraversarla per incontrare – grazie all’Amore – finalmente lo sconosciuto con cui conviviamo spesso: insomma noi stessi.
A.M.: Nella breve lirica “La miglior parte” reciti “La parte migliore di una donna?/ La donna che gli sta accanto!/ La parte migliore di una donna?/ La donna che è in lei!”. Innanzitutto ti ringrazio personalmente per queste belle parole, ed in secondo luogo ti chiedo: una donna in particolare ha ispirato questi tuoi versi?
Sebastiano Girlando: Ringrazio per questa domanda per due ordini di motivi. Il primo giacché mi si consente di riparare ad un refuso in quanto la poesia così recita: “La parte migliore di una donna?/La sua anima!/ La parte migliore di un uomo?/ La donna che gli sta accanto!” (mi auguro che l’apprezzamento espresso adesso non abbia a mutare). Il secondo motivo è che la donna che si ama è l’essere perfetto e merita, non perché da qualcuno concesso, il privilegio di assumere il ruolo che le appartiene da sempre e comunque. Sì è la risposta alla tua domanda.
A.M.: Qual è la tematica portante de “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”?
Sebastiano Girlando: Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito. E la bussola gira perché l’approdo sia sempre possibile. Non è male avere il coraggio di guardarsi dentro per vedersi, modificarsi e mostrarsi anche agli altri contro ogni inutilità, quotidianità ed infine accettarsi.
A.M.: Qual è la percentuale di Sebastiano Girlando all’interno della raccolta poetica?
Sebastiano Girlando: Tutto il vissuto, quello ancora da vivere e, perché no, quello che si è avuto il coraggio di vivere. Cambia semplicemente la forma … per il resto il Sebastiano c’è tutto e, ciò che conta, senza la protezione di maschere o finzioni. Io sono in umiltà il regista, il pubblico ed il critico di me stesso.
A.M.: Libri ed internet. Secondo te, quanto è importante oggi confrontarsi con il mondo del web anche per questioni letterarie?
Sebastiano Girlando: Io non disdegno Internet… assolutamente. Ma amo il contatto con la carta, amo la polvere degli scaffali, amo il tavolo traboccante di volumi per fare le ricerche, amo i libri antichi. Ci sono cresciuto così, ho studiato così e vorrei continuare con questo tipo di approccio epidermico e personale. Internet è informazione e non ricerca, internet è esclusione della fantasia propria e della propria capacità organizzativa, d’analisi ed esegetica. Internet fugge… la cultura resta. A me piace pilotare e non essere pilotato. Insomma Internet non è un novello Virgilio e nemmeno noi siamo certamente dei Dante. L’ Internet che io amerei, se posso, dovrebbe essere a guisa di un negozio, un mega negozio, ben curato e non semplicemente ciò che è.
A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Sebastiano Girlando: Certamente sì. L’ho scelta e, perché assai soddisfatto, la consiglierei così come ho già fatto.
A.M.: Hai qualche novità di cui vorresti parlarci?
Sebastiano Girlando: Francamente lascio questo compito a persone professionalmente qualificate quali quelle che magistralmente collaborano e lavorano con la casa editrice Rupe Mutevole. Posso solo dire che dall’8 al 12 ottobre 2014 le novità editoriali di Rupe Mutevole, compreso il mio libro, saranno presenti alla prestigiosa Fiera Internazionale del libro di Francoforte.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Sebastiano Girlando: Volentieri … Ecco: “Amittit merito proprium qui alienum appetit.” (Fedro: Il cane che porta la carne attraverso il fiume) (trad.: Perde giustamente il proprio chi brama l’altrui). Detto questo, mi rallegro e ti ringrazio cordialmente per la pazienza, la disponibilità e la sapiente maestria espressa nel porre le domande. Un cordiale e personale plauso va alla titolare della Casa Editrice Rupe Mutevole per la sagacia e la professionalità messa in opera a tutela della cultura. Ed ancora saluti sentiti all’intero staff dei vecchi ed attuali collaboratori editoriali, non tralasciando di augurare a tutte e a tutti Buona Lettura ….. Arrivederci a presto, spero!
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Written by Alessia Mocci
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-- Cordiali saluti Alessia Mocci http://oubliettemagazine.com/