VENERDI’ 28 NOVEMBRE – ORE 21.15
SERGIO RUBINI
“DI FAME, DI DENARO, DI PASSIONI”
Musica dal vivo di Daunia Orchestra
Pianoforte e composizioni: Umberto Sangiovanni
Voce e Percussioni: Marta Colombo
Basso: Dario Piccioni
Un viaggio tra la musica e le parole di Matteo Salvatore, il cantastorie pugliese, poeta degli ultimi, che con le sue ballate ha raccontato se stesso e la sua quotidianita’. Dalla sua terra lui ha rubato tutto: il bianco pudore dell’ignoranza, la capacita’ di non mollare mai e la forza di rinascere ogni giorno e mille volte ancora. La miseria nera e la fame che accompagnarono tanti, troppi anni della sua vita, saranno linee parallele ai suoi ricordi, come chimere raggiunte e ritrovate, sognate e malcelate. Le sue ballate vivranno una continua ricerca di melodie e poesia composta con il candore di chi non aveva mai conosciuto il piacere di scrivere, ma sempre saputo interpretare la forza delle parole. Della sua vita ha Saputo tralasciare moralismi e giudizi, ha speso i molti soldi che gli regalo’ il destino, ha volute bene ai suoi pochi amici e cercato sempre il sorriso di una donna.
MARTEDI’ 23 DICEMBRE – ORE 21.15
AMBROGIO SPARAGNA e PEPPE SERVILLO
con l ‘ottetto vocale-strumentale
“FERMARONO I CIELI”
Le canzoncine spirituali di Sant ‘Alfonso Maria de’ Liguori
Con: Peppe Servillo (voce) e Ambrogio Sparagna (voce, organetto, zampogna)
Ciaramella, ghironda, torototela: Erasmo Treglia
Zampogna gigante: Marco Tommasi
e con il gruppo vocale Quarta Aumentata
Intorno alla meta’ del Settecento Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore dell ‘ordine dei Padri Redentoristi, comincio’ ad accompagnare il suo lavoro pastorale fra i poveri del Regno di Napoli con la pratica di alcune canzoncine spirituali composte sia in dialetto che in italiano. Si trattava di canti dall ‘impianto semplice, che traevano spunto melodico da temi popolari, con cui il missionario insegnava ai “lazzari” i fondamenti del cattolicesimo, facendoli protagonisti dei rituali liturgici mediante la creazione di appositi gruppi di preghiera (cappelle serotine). Molte canzoncine erano legate al ciclo delle festivita natalizie e fra queste le famosissime “Tu scendi dalle stelle”, “Quante nascete Ninno”, “Fermarono i cieli”, altre alla devozione mariana. Lo spettacolo propone alcuni di questi canti religiosi popolari ed altri appositamente composti da Ambrogio Sparagna affidandoli all ‘interpretazione originalissima di Peppe Servillo, di un ottetto vocale e di un trio di strumenti popolari fra cui una zampogna gigante, un modello di straordinarie proporzioni (e’ alta quasi due metri) diffusasi nel regno di Napoli a partire dalla fine del settecento proprio allo scopo di accompagnare il repertorio tipico delle canzoncine spirituali.
TEATRO RAGAZZI / Ingresso Euro 4,00
DOMENICA 7 DICEMBRE – ORE 17.30
TEATRO BLU
“UNIVERSI PARALLELI”
Con: Roberto C. Gerboles e Massimo Zatta
Musiche: Carlo Ferrari
Scenografia: Ines Capellari
Costumi: Teatro Blu
Regia: Roberto Carlos Gerboles
Si parla di creazione e formazione dell ‘Universo, della velocita’ della luce, del nostro sistema solare, di tutti i pianetiche lo compongono e della nostra tanto amata Terra.In scena, due compagni di disavventure: uno scienziato,professore in decadenza amante dei misteri della vita e dell’universo, e il suo tecnico, un eterno bambino cresciuto in un quartiere malfamato, dove il professore si ritrova suo malgrado. Il tecnico, affascinato dal sapere dello “scienziato”,lo convince a portarlo con se’ in occasione di una conferenza. L’assistente improvvisato, è l’unico a tenergli compagnia e ad aiutarlo a sopravvivere in un quartiere dove la vita, se non diventa gioco, puo’ diventare fatale. Lo scienziato e il tecnico, due universi messi a confronto: uno rappresenta una societa’ proiettata verso il futuro, dedita allo studio, alla carriera, al progresso, l’altro rappresenta una societa’ frantumata, che lotta per la sopravvivenza ed assapora la vita attimo per attimo, aggrappandosi alle piccole speranze che il quotidiano gli offre.Durante la conferenza, il professore, nonostante una serie di imprevisti, riuscira’ a parlare dell’Universo, della sua vastita’, delle infinite costellazioni, galassie, pianeti… che lo popolano.
DOMENICA 1 FEBBRAIO – ORE 17.30
I FRATELLI CAPRONI
“L ‘OMINO DEL PANE E L ‘OMINO DELLA MELA”
Ideato, scritto, diretto e interpretato da: Alessandro Larocca e Andrea Ruberti
Scene, costumi e luci: Alessandro Larocca, Andrea Ruberti
Musiche: Gipo Gurrado
Due buffi personaggi, mezzi cuochi e mezzi clown, creatori di storie fantasiose e di ricette, hanno deciso di preparare un lauto pranzetto a tutti i bambini e di spiegare loro I segreti dei cibi piu’ buoni e della loro realizzazione. Ma uno dei due, molto sbadato, ha comprato solo una pagnotta e una mela, come faranno i nostri cuochi a preparare un pasto per tutti? Cosi’, tra una ricetta un po’ speciale e divertentissimi numeri di clownerie, i due iniziano un viaggio fantasioso all ‘interno dei cibi, fino ad entrare nel pane dove incontrano un buffo omino – l ‘Omino del pane appunto – che abita nella pagnotta e che non vuole saperne di farsi affettare. Tra gag e pantomime, musiche divertenti e interazioni con il piccolo pubblico, i due cuochi-clown scoprono che questi magici omini abitano anche nelle mele, nelle banane, in tutti i frutti, in tutti i cibi piu’ strain e accompagnano i bambini nel mondo del cibo alla scoperta dei mille segreti contenuti in tutti gli alimenti.
DOMENICA 8 FEBBRAIO – ORE 17.30
TEATRO DEL CERCHIO
“YOYO E MOLLY”
Con: Mario Aroldi e Martina Vissani
Musiche: Guido Ponzini
Coreografie: Nicoletta Cabassi
Elementi decorativi: Antonella Mascitelli
Regia: Mario Mascitelli
Due personaggi rimasti soli. Cosi’ si potrebbero definire le due figure presenti in scena. La prima e’ una ballerina, un tempo famosa, rimasta orfana del compagno e quindi impossibilitata a ripetere “quel numero” di danza che l’aveva resa famosa. Il secondo, un clown sempliciotto, privato del suo unico amico, Pulcinella, con cui aveva condiviso giornate al mare e in montagna. Entrambi si ritrovano per strada, forse in un parco, dove ogni artista di strada prima o poi si esibisce per mostrare la propria abilita’ cercando di racimolare qualche offerta dai passanti. L ‘incontro non e’ immediato, anzi, i personaggi vivono parallelamente la loro situazione fino al momento in cui si noteranno a vicenda. Nascera’ così una nuova amicizia, forse un amore, che dara’ loro la speranza di ricominciare insieme. Lo stile usato, in questo spettacolo, e’ quello della clownerie acrobatica con accenni al gramelot (linguaggio fatto di suoni e versi al posto delle parole), alla danza e alla commedia dell ‘arte.
DOMENICA 15 FEBBRAIO – ORE 17.30
TERRATEATRO
“DR. JEKYLL E MR. HYDE”
Con: Cristina Cartone, Marco Massarotti, Ottaviano Taddei
Musiche Originali: Alex Ricci, 2Moellers
Fotografia/postproduzione: Fabio Di Evangelista Ideazione Stop/Motion Animazione carta: Fabio Di Evangelista, Cristina Cartone
Scenografia e costumi: Terrateatro
Regia e riduzione teatrale: Ottaviano Taddei
Il romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” scritto nel 1886 e’ oramai considerato uno dei testi piu’ famosi e piu’ letti. Scritto anche per opporsi alla letteratura puritana del periodo vittoriano, rappresenta l ‘eterno conflitto tra il bene e il male. Ovvero tra il tranquillo, incerto, fragile Jekyll e il crudele e sordido Hyde. Eppure, non bisogna fare l ‘errore di considerarli come due opposti: Hyde e’ qualcosa che vive all ‘interno di Jekyll, piu’ esile di lui, sembra anche fisicamente contenuto nell ‘altro corpo. E’ la regressione della specie, la minaccia che si possa anche tornare indietro nella scala dell ‘evoluzione. L ‘avvocato Utterson non e’ solo colui che cerchera’ di risolvere questo mistero inestricabile, ma e’ il personaggio attraverso il quale si sviluppa tutta la vicenda. Solo alla fine scoprirà la verita’, ma anche qui, a condurlo alla scoperta del tremendo destino di Jekyll, sembra essere, appunto, quel ‘Hyde che parrebbe voler essere disperatamente smascherato. Nella trasposizione teatrale, Terrateatro segue la strada del giallo, del poliziesco, ponendo l ‘attenzione sulla ‘ambivalenza dell ‘animo umano, non solo in senso negativo: dentro di noi ci sono modi diversi, a volte opposti, di vedere le cose, di interpretarle, di viverle.
TEATRO CONTEMPORANEO / Ingresso Euro 7,00
VENERDI’ 30 GENNAIO – ORE 21.15
LA BALLATA DEI LENNA
“CANTARE ALL ‘AMORE”
Spettacolo vincitore Napoli Fringe Festival
Vincitore/Selezione Premio In-Box 2014
Di e con: Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
Supervisione al Testo: M ichele Santeramo
Una tristallegra storia dei giorni nostri che intreccia tra candore privo di speranza e arrivismo sgangherato tre vite senza coraggio. Quella di due sorelle, l ‘una di una bellezza vincente prossima a un matrimonio d ‘interesse, l ‘altra una poltiglia di difetti, scarica di aspirazioni, e quella di un sarto, campione della razza dei falliti, chiamato dalla bella a riparare l ‘abito da sposa usato. Il ritmo nevrotico della vicenda dettato dall ‘imminente cerimonia trova una quiete sorridente nell ‘universo condiviso di imbarazzi, inciampi, brividi e controattese, che da subito sorprende i due brutti. Ma quando le casse della felicita’ sembrano poter urlare al Massimo volume, arriva quella paura che spegne ogni fracasso. Irrimediabilmente off. Ma se chi e’ apparentemente dalla parte del giusto non conosce lieto fine, non va meglio a chi tenta di nascondere l’infelicita’ negli agi. Uno squallido scenario di delusioni, che non dimentica di regalare tocchi di bislacca comicita’, ma che alla fine lascia solo al corpo l ‘esultanza, un ‘esultanza violenta che stupra ogni attesa e squarcia l ‘innocenza.
VENERDI’ 6 FEBBRAIO – ORE 21.15
TERRATEATRO E TEATRO DELLE FORMICHE
“Tell me OtellO”
Con: Antonio Agostini, Cristina Cartone, Giancarlo Costantini, Cristiano Di Martino, Alfonso Durante, Roberto Freddi, Matteo Marconi, Marco Massarotti, Roberto Rullo, Stefania Scartozzi, Angelo Titi.
Scenografia e oggetti: Laboratori Coop. La Formica
Costumi: Associazione Famiglie APE
Regia e drammaturgia: Ottaviano Taddei
“Far finta di essere, o far finta di non essere”. Attorno a questo dilemma si muove lo spettacolo “Tell me Otello”. Tutta la storia originale viene interrotta e messa in discussion continuamente, alla ricerca di un finale, o di un modo per reinventare destini predefiniti, da decidere una volta tanto da chi sulla scena solitamente lo racconta il finale. La messinscena vuole essere una metafora dell ‘arte attorale, il conflitto con le passioni e i sentimenti umani degli attori, con l ‘interpretazione del bene o del male che provoca una sorta di ribellione al testo originale e, di conseguenza, una liberazione. Gli attori diventano, in “Tell me Otello”, soldati veneziani a Cipro che si ritrovano, da secoli ormai, davanti al porto in attesa dell ‘ennesimo Otello, nella speranza che questo sia migliore dei precedenti. Un luogo in cui si arriva e da cui si ri/parte, qui diviene palcoscenico di tutto. Un ponte verso un orizzonte preoccupante, in attesa di dolcezze inaspettate ed evocate da sempre.