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Roma. MINORI. AUTISMO, IL 42% HA ATTACCAMENTO SICURO

IDO-ISRAELE: INSIGHTFULNESS MATERNO AUMENTA POSSIBILITÀ SVILUPPO

Roma, 31 gennaio – I bambini autistici si legano significativamente alla mamma e al papà, e quasi uno su due sviluppa un attaccamento sicuro a prescindere dalla gravità del disturbo o dal livello di funzionamento. A renderlo possibile è soprattutto la capacità dei genitori di pensare, capire e accettare le esperienze interiori dei loro figli. Si chiama ‘insightfulness’ e vuol dire ‘comprensione empatica’: il saper guardare il mondo interiore dal punto di vista del bambino coinvolto in un disturbo dello spettro autistico. A dirlo sono i risultati delle ultime ricerche scientifiche israeliane – portate avanti dall’Università di Haifa e dall’Università ebraica di Gerusalemme – presentate oggi a Roma dall’Istituto di Ortofonologia (IdO) nell’ambito della conferenza internazionale su ‘Attaccamento e autismo: l’importanza dell’insightfullness genitoriale’.
Gli sviluppi degli studi sul tema sono illustrati da David Oppenheim, professore di Psicologia presso il Centro per lo studio dello sviluppo infantile ed ex presidente del dipartimento di Psicologia dell’Università di Haifa: “I figli di madri con insightfulness si sentono più accettati nei loro comportamenti palesi, nelle motivazioni più profonde, nei pensieri e nei sentimenti che guidano il loro modo di agire”. Questa capacità genitoriale “aumenta probabilmente il sentimento di fiducia dei bambini verso i loro caregiver – aggiunge l’esperto – sentendoli come una fonte di conforto, calma e autoregolamentazione”.
IL CAMPIONE ESAMINATO – La ricerca è stata condotta su 45 bambini dai 2 ai 5 anni insieme alle loro madri: l’82% dei soggetti è autistico, il 18% ha una diagnosi meno grave di disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato. Inoltre, il 75% è a basso funzionamento, il 25% ad alto funzionamento.
I RISULTATI – “Il 42% dei bambini esaminati ha mostrato un attaccamento sicuro alle figure genitoriali – spiega Oppenheim – mentre il restante 58% ha un attaccamento insicuro. È sorprendente – commenta il professore – perché, considerate le menomazioni importanti che i soggetti autistici hanno nelle interazioni sociali reciproche, si tratta di un risultato solo leggermente inferiore a quello riportato nei gruppi di controllo”. Nel 2004 uno studio sull’attaccamento nei bambini normodotati evidenziava che “il 65-70% di questi mostrava un attaccamento sicuro, mentre il restante 30-35% era insicuro”.
INSIGHTFULNESS-ATTACCAMENTO – “I risultati hanno confermato le nostre ipotesi”, prosegue l’ex presidente del dipartimento di Psicologia dell’Università di Haifa. “Abbiamo scoperto che le madri con insightfulness hanno più probabilità di avere figli con attaccamento sicuro. In particolare, il 63% dei figli di madri con insightfulness sono sicuri, mentre solo il 27% di bambini di mamme prive di comprensione empatica sono sicuri. Sosteniamo che l’insightfulness materno aiuti tutti i bambini a sviluppare un attaccamento sicuro: minori autistici e neurotipici. Inoltre, i bambini autistici con attaccamento sicuro hanno più probabilità di svilupparsi quando le madri sono in grado di vedere il mondo attraverso i loro occhi”.
DA COSA SI VEDE L’ATTACCAMENTO NELL’AUTISMO – “L’elemento più indicativo della sicurezza/insicurezza degll’attaccamento di un soggetto con autismo – sottolinea Oppenheim – è ravvisabile nel modo in cui ritrova la madre dopo una separazione. In ogni caso, l’intensità e la frequenza dei loro comportamenti, nonché la gamma affettiva manifestata, è inferiore e più limitata rispetto ai bambini normodotati con attaccamento sicuro”.
COME SI VALUTA L’INSIGHTFULNESS – La capacità d’insightfulness di un genitore è valutata con una tecnica di video-replay chiamata ‘Insightfulness Assessment’ (IA). Nella IA le madri, dopo aver visto i video in cui interagiscono con i figli, sono chiamate a spiegare i pensieri e i sentimenti dei loro bambini. “La comprensione empatica si esprime nel momento in cui le mamme riescono a pensare le motivazioni che sono alla base del comportamento del figlio. Alle donne è richiesto di avere un atteggiamento aperto ai nuovi e inaspettati comportamenti del bambino – rimarca lo studioso – per accettare quelli problematici e iniziare ad osservare il piccolo in modo multidimensionale. I bambini autistici sono più difficili da leggere e capire rispetto a quelli con sviluppo tipico. Comprendere i loro comportamenti palesi e i sintomi in funzione delle loro esperienze interne uniche può essere particolarmente importante per promuoverne la sicurezza”.
LA RECIPROCITÀ – I programmi d’intervento adottati sui bambini autistici possono aiutare anche i genitori. La procedura di video-replay “può essere adoperata per promuovere l’insightfulness genitoriale, favorire la sicurezza nei bambini e servire da base per promuovere ulteriori aspetti del loro sviluppo”. La ricerca futura dovrà quindi concentrarsi “sul rafforzamento di quei comportamenti messi in atto dalle mamme e dai papà per rafforzare la sicurezza dei bambini”.
LA POSIZIONE DELL’IDO – L’Istituto di Ortofonologia è in sintonia con questo approccio teorico e terapeutico- evidenzia Magda Di Renzo, responsabile del Servizio terapie dell’Istituto- un’impostazione che mette sempre il bambino al centro dell’osservazione e della terapia e che richiede agli adulti (clinici, genitori, insegnanti) lo sforzo di comprendere in ‘quali luoghi’ il bambino abita per poterlo raggiungere. Solo una comprensione adeguata dei limiti e delle potenzialità del bambino- conclude Di Renzo- permette il rispetto dei suoi tempi di sviluppo e di un progetto su misura”.
GLI AUTORI – L’indagine è stata realizzata da Oppenheim e Nina Koren-Karie (docenti dell’Università di Haifa), insieme alla ricercatrice Smadar Dolev e alla professoressa Nurit Yirmiya (Università ebraica di Gerulasemme).

ufficiostampa@ortofonologia.it

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