Due lotti per un investimento di 3 milioni e 600 mila euro
Il risanamento dei fiumi è considerata una priorità da tutti i Comuni sia per i risvolti di carattere ambientale e sanitario sia per le ricadute sull’immagine turistica del territorio. Particolarmente significativo, quindi, l’investimento per il risanamento idraulico del fiume Vomano: 3 milioni e 600 mila euro che arrivano direttamente dal Ministero dell’Ambiente (Piano straordinario diretto a rimuovere situazioni ad alto rischio idrogeologico). I progetti (due lotti) sono già in andati in gara con una procedura negoziata e saranno assegnati nelle prossime settimane.
Il primo lotto prevede interventi in tre aree:
1. zone caratterizzate da pericolosità idraulica (fenomeni di esondazione) a Pineto e Roseto
2. zone caratterizzate da erosione spondale ( territorio di Atri)
3. zone caratterizzate da incisione di fondo alveo (territorio fra Atri e Notaresco)
In particolare, a valle del fiume, sulla foce – dove si registra una elevata urbanizzazione che ha comportato il restringimento dell’alveo fluviale – vi è la necessità di contenere le portate di piena, mediante opere di arginatura. Conseguenza di tale antropizzazione è stata la progressiva riduzione della sezione di deflusso: questa condizione costringe la corrente ad un andamento planimetrico del tutto innaturale rispetto al passato e alle originali condizioni idraulico-morfologiche del fiume.
Fra Atri e Notaresco, a monte, quindi, esiste un consistente fenomeno di abbassamento del fondo alveo e di erosione. Il fenomeno si registra dalla località Passamadama (Atri), fino ad arrivare in corrispondenza del ponte sulla SP 23 (Castellalto-Cellino), dove si arresta per la presenza di un opera di sbarramento, ma che ha raggiunto i 13-14 metri d’incisione.
L’abbassamento dell’alveo, oltre a rappresentare un problema per la stabilità delle sponde e delle infrastrutture, aumenta la pericolosità idraulica nel tratto terminale con una eccessiva velocità di deflusso della corrente e, quindi, con un enorme potere erosivo. Circostanze che hanno reso le pareti instabili e suscettibili di crolli. Ultimo punto preso in esame dal primo lotto del progetto è nella località Castelnuovo Vomano sulla sinistra idrografica del fiume a monte del ponte sulla provinciale 23, dove, in occasione dell’ evento di piena del 2009, si è allagata tutta la zona artigianale con danni milionari alle aziende.
Il secondo lotto prevede specifici interventi a Scerne di Pineto
In questa area è prevista la realizzazione di “un nuovo canale” verso il mare e l’adeguamento del “formale” già esistente in corrispondenza dell’abitato di Scerne. Con questa progettazione si vuole ridurre l’impatto del rigurgito idraulico dei canali in ingresso al Vomano durante i fenomeni di piena. Le intersezioni della statale 16 e del rilevato Ferroviario verranno realizzate mediante l’inserimento di due monoliti.
“Un intervento molto atteso che finalmente passa dalla fase progettuale a quella attuativa – dichiara il consigliere provinciale delegato ai fiumi, Vincenzo Di Marco – il risanamento idraulico non risolve tutti i problemi dei nostri alvei ma, almeno per il Vomano, un caso esemplare di erosione e dissesto, rappresenta la madre di tutti gli interventi. Da sottolineare che, nel corso degli incontri che si sono svolti in Provincia con i Sindaci delle diverse aree omogenee, il risanamento delle aste fluviali e i progetti di manutenzione e gestione delle aree a ridosso dei fiumi, vengono indicati da tutti come una indiscutibile priorità. Segno dei tempi e di una maggiore consapevolezza da parte di cittadini e amministratori rispetto alla salvaguardia ambientale oggi percepita come un baluardo di qualità e sostebilità dei territori come delle economie locali”.
Teramo 4 febbraio 2015