, in un incontro con l’assessore all’ambiente Gianluca Bellomo. L’incontro nasce dall’esigenza dei gruppi e associazioni dell’area metropolitana di creare reti urbane di mobilità ciclabile. Si è parlato del bike to coast, e dell’ultimazione dell’ultimo tratto di ciclabile e dell’adeguamento della ciclopedonale su viale alcione e mare, ma non solo. Abbiamo ribadito l’esigenza costituire tramite micro interventi, per lo più vernici e aiuole, una riqualificazione ciclistica di aree prossime alla ferrovia per aumentare la velocità e l’efficienza dello spostamento a pedali e renderlo capillare. Ossia funzionale a tutte quelle persone che scelgono la bici per andare a lavoro, a scuola, o fare qualsiasi attività giornaliera come ad esempio la spesa, cosa che rimarrebbe difficile con una sola ciclovia sul mare, che a parte gli stabilimenti balneari, non vanno a servire altri negozi, o luoghi di interesse quali scuole, uffici postali, banche, chiese, parchi, e asl eccetera. Altro tema trattato è l’individuazione di percorsi a priorità ciclo pedonale, dette anche zone 30. Zone, le quali spesso in estate, sono attraversate da auto a velocità non adeguata ad un traffico locale, questo per facilitare gli spostamenti e la sicurezza di chi vi abita non solo in auto, ma anche in bicicletta o a piedi, scoraggiandole dunque, come ad esempio nella zona di Villanesi. Oltre ad aver individuato nell’assessore un valido e attento interlocutore, vorremmo anche confrontarci con associazioni di quartiere, soprattutto quartieri interessati all’intervento, e in primo luogo con i soggetti economici della città, in quanto numerosi studi nazionali ed internazionali, affermano come una mobilità dolce migliori sensibilmente l’economia. Chi va in bici e a piedi spende in negozi più di un soggetto che va in auto, per ovvi motivi visto che i ciclisti hanno modo di fermarsi ed intercettare prodotti di interesse molto di più di chi va in macchina, in oltre non pagando la benzina e ammortamento dell’auto ha molto più reddito disponibile, e soprattutto lo spendono quasi interamente nei negozi di quartiere vista la ridotta capacità di carico, che a sua volta crea fiducia nel negoziante qualora si volesse lasciare il prodotto acquistato e prenderlo in un secondo momento. Senza considerare poi le rivalutazioni immobiliari; dove passa una ciclabile, o una zona è situata in zona 30, le case hanno un valore più alto di medesime zone dove non ci sono tali interventi. In definitiva nulla di nuovo di cose che in tutti paesi dove una mobilità sostenibile è realtà di fatto, sono già date per scontate da anni, e che in Italia da Ancona in giù si fa fatica ad assimilare, non a caso sono le zone che in questo momento storico fanno più difficoltà. In definitiva auspichiamo un cambio dolce per una mobilità dolce, auspicio che la mobilità sostenibile diventi un accettazione di civiltà, questo in quanto ne beneficia sia la salute, che l’umore,che il portafoglio.
Ciclisti Anonimi Pescaresi
https://www.facebook.com/ciclistianonimipescaresi?fref=ts