In riferimento alle notizie di stampa sul dragaggio del porto turistico di Pescara, secondo le quali il Direttore del “Marina di Pescara” Bruno Sartori starebbe aspettando «il via libera dell’Arta» per avviare le operazioni di approfondimento dei fondali, la Direzione Arta fornisce alcuni chiarimenti.
Innanzitutto, l’Agenzia non è «incaricata» di effettuare le analisi, che il “Marina di Pescara” ha affidato ad un laboratorio privato, bensìè tenuta a fare le verifiche di validazione dei risultati di parte.
A tal fine, nonostante lo scarsissimo tempo di preavviso con cui il “Marina” ha dato comunicazione dell’avvio dei lavori, l’Agenzia ha presenziato ai campionamenti, accantonando gli altri impegni istituzionali in corso proprio nella consapevolezza dell’urgenza dell’operazione, e ha immediatamente avviato le analisi di propria competenza, portandole a conclusione nei tempi tecnici più brevi conseguibili.
Per poter effettuare la validazione delle analisi commissionate al privato, Arta deve invece poter disporre dei risultati di parte, che ad oggi non sono ancora pervenuti.
Nessun ritardo è pertanto imputabile all’Arta, pronta alla validazione fin dal 24 aprile scorso (7 giorni dopo l’acquisizione dei campioni!), mentre al contrario è l’Arta a lamentare ritardi nella fornitura degli esiti analitici di parte, senza i quali non può emettere alcuna validazione che consentirebbe l’avvio del dragaggio.
Innanzitutto, l’Agenzia non è «incaricata» di effettuare le analisi, che il “Marina di Pescara” ha affidato ad un laboratorio privato, bensìè tenuta a fare le verifiche di validazione dei risultati di parte.
A tal fine, nonostante lo scarsissimo tempo di preavviso con cui il “Marina” ha dato comunicazione dell’avvio dei lavori, l’Agenzia ha presenziato ai campionamenti, accantonando gli altri impegni istituzionali in corso proprio nella consapevolezza dell’urgenza dell’operazione, e ha immediatamente avviato le analisi di propria competenza, portandole a conclusione nei tempi tecnici più brevi conseguibili.
Per poter effettuare la validazione delle analisi commissionate al privato, Arta deve invece poter disporre dei risultati di parte, che ad oggi non sono ancora pervenuti.
Nessun ritardo è pertanto imputabile all’Arta, pronta alla validazione fin dal 24 aprile scorso (7 giorni dopo l’acquisizione dei campioni!), mentre al contrario è l’Arta a lamentare ritardi nella fornitura degli esiti analitici di parte, senza i quali non può emettere alcuna validazione che consentirebbe l’avvio del dragaggio.