Roseto degli Abruzzi
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COMUNICATO STAMPA
Il Comitato Cittadino contro l’aumento della TARSU, prende occasione della celebrazione del 1° Maggio quale giornata di Festa dei lavoratori dei pensionati e dei disoccupati, per chiedere, con ancora più forza, alla Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi, di “restituire” ai soggetti aventi diritto la quota parte del 60% dell’ingiustificato aumento della Tassa sui Rifiuti che i Cittadini ed i titolari di attività produttive, agricole e commerciali negli anni dal 2007 al 2014 sono stati costretti a versate in più rispetto al giusto dovuto, così come accerato dalla Magistratura e dagli Organi di controllo contabile.
La richiesta si riferisce specificamente sia al primo “ingiustificato” aumento della TARSU pari al 60% deliberato nel 2007 dalla Giunta Comunale e sia al secondo ed ancor più ingiustificato aumento del 25% deliberato nel 2010, ambedue gli aumenti provocati non da negligenza o morosità dei Cittadini, ma “precisamente” dalla necessità e urgenza di dare copertura agli “incredibili” maggior costi di gestione e di amministrazione dei vecchi e dei nuovi servizi di raccolta dei rifiuti.
Il Comitato contro l’aumento della TARSU, chiede al Sindaco Enio Pavone e all’Ufficio di Ragioneria di avviare le pratiche per la restituzione, prima di tutto alle famiglie, un quota significativa del milione e quattrocentomila euro corrispondente a quanto il Comune di Roseto, il CIRSU e la SOGESA hanno richiesto in più in questi sette anni senza averne precisato e dimostrato il relativo titolo.
In base alle norme di legge vigenti in materia, al fine di attuare un efficiente ed adeguato servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, bisognava procedere ad una valutazione attenta dei costi e dei benefici dell’affidamento del servizio in termini di efficacia ed economicità della gestione, la quale, come è noto, ha invece provocato una consequenziale e concreta “pesantissima” ricaduta economica sui Cittadini contribuenti, sui bilanci familiari e delle attività produttive, già duramente colpite dalla crisi in atto.
Il Sindaco in carica, a qualunque schieramento politico appartenga, è oggi il rappresentante della intera Comunità, ed in quanto tale deve essere un “garante” di tutti i Cittadini e fare quanto di sua propria competenza per “restituire” ai Cittadini, ai pensionati, ai lavoratori, ai molti attuali disoccupati, in cassa integrazione, in attesa di rientrare al lavoro, alle giovani coppie ed ai soggetti economici maggiormente in difficoltà, le somme ad essi arbitrariamente richieste e non dovute.
La lesione grave di un diritto è stata derivata dai ripetuti e “non motivati” aumenti della TARSU, provocati anche da una cattiva e persistente gestione di un servizio “pubblico” essenziale, che in altri Comuni più virtuosi, attraverso la razionalizzazione dei costi e la eliminazione degli sprechi, ha prodotto efficienza e riduzione delle tariffe.
La differenza tra le entrate e le uscite, verificatasi anche a causa di una grave situazione debitoria e pre-fallimentare del CIRSU e della SOGESA, ha provocato, tra l’altro, anche una “improvvisa lievitazione” della spesa e del costo per ogni Tonnellata di rifiuti conferiti in discarica, che tra i 6 Comuni consorziati nel CIRSU, il Comune di Roseto è stato quello meno virtuoso e poù confusionario sul piano erariale e amministrativo.
Pio Rapagnà ex-Parlamentare
portavoce pro-tempore del Comitato
Roseto degli Abruzzi, 30.4.2015