Cultura & Società

Pescara. “Da Torino a Roma: attacco al sindacato – La crisi dei corpi intermedi e il futuro della rappresentanza”

Da Torino a Roma passando per Pescara in compagnia di Gianni Chiodi, Raffaele Bonanni e Lucio Cafarelli: proprio insieme al già Governatore abruzzese, all’ex leader della Cisl e all’attuale coordinatore economico nazionale del PD, Giuseppe Sabella presenterà il suo recente libro edito da Guerini e Associati “Da Torino a Roma: attacco al sindacato – La crisi dei corpi intermedi e il futuro della rappresentanza” (introduzione del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi), in un incontro organizzato dall’Associazione Culturale ConVerso in collaborazione con il centro studi Think-in, diretto dallo stesso Giuseppe Sabella.

 

Il tema è la vicenda Fiat e gli effetti di questa sul sistema economico, politico e sindacale. I protagonisti dell’incontro sono di primissimo piano, gli spunti che il libro di Sabella offre sono tanti, dal tema dell’innovazione e dell’impresa, a quello della politica e del sindacato. Chiodi conosce bene il rapporto tra innovazione e politica, Bonanni è stato un grande protagonista della vicenda Fiat e Cafarelli è alle prese oggi con lo sforzo che la politica sta facendo per fare ripartire l’economia del paese.

 

Dall’ipotesi di sindacato unico di Renzi, alla coalizione sociale di Landini, ai problemi delle confederazioni fino al disegno di legge sulla rappresentanza e sul salario minimo; senza dimenticare l’affacciarsi di una nuova disciplina sullo sciopero (si veda rinnovo contrattuale Fiat-Chrysler): sono alcuni dei temi odierni che riguardano il futuro della rappresentanza sindacale, anticipati e approfonditi da Sabella.

 

Il caso Fiat evolve e l’attore protagonista oggi non è più Sergio Marchionne ma Matteo Renzi. Il premier ha messo all’angolo il sindacato, non lo considera nei suoi provvedimenti e minaccia di regolarne i rapporti con una legge sulla rappresentanza. Lo stesso Giorgio Squinzi, nell’introduzione, scrive che “la rappresentanza come l’abbiamo conosciuta e vissuta nel secolo scorso è in crisi”.

 

L’Italia ha bisogno di un sindacato moderno, non solo per iniziare un nuovo ciclo economico ma anche per controllare i rischi di deriva statalista del nuovo corso renziano. Ma, o il sindacato cambia o rischia una lenta estinzione naturale, visto che sia sul versante del lavoro sia su quello dell’impresa prosegue un consistente e silenzioso esodo degli iscritti.

 

Oltre alle suggestioni offerte dalla pubblicazione di Sabella, sullo sfondo dell’incontro i temi del ruolo dello Stato, degli enti locali e del sindacato oggi. Sarà un incontro di grande interesse.

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