Abruzzo

Pescina. Celestino V traslato in una compagine ricca di storia: Santa Maria delle Grazie a Pescina

Chieti, 6 Luglio ‘10, Mar,  S. Maria Goretti – Anno XXXI n. 259 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch n. 1/81


Agenzia ABRUZZOpress >>> Nazionale


Servizio Stampa – CF 93030590694 – Tel. 0871 63210 – Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547  –  Dir. Resp. Marino Solfanelli



Ap – Eventi

Celestino V traslato in una compagine ricca di storia:

Santa Maria delle Grazie a Pescina

di Orietta Spera *

PESCINA (AQ), 7 Luglio ’10 – Le spoglie di Pietro Angeleri da Morrone, Papa Celestino V, dal 5 fino al 18 luglio attendono la visita dei pellegrini a Pescina, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie (foto), duomo della Cittadina della Marsica orientale e concattedrale della diocesi di Avezzano.

Lo storico personaggio, il cui ricordo è legato al concetto puro di umiltà, canonizzato come San Pietro Celestino, che seppe rinunciare ad agi e potere, intraprese la via dell’eremo ispirato da San Giovanni Battista; la sua mensa non contemplava vino e carne e praticava quattro quaresime all’anno.

Dopo 5 mesi dall’elezione, il 13 dicembre 1294 Celestino V si dimise: lasciò il soglio pontificio. 11 giorni dopo fu eletto al suo posto Bonifacio VIII. Pietro da Morrone fu proclamato santo nel 1313, nella cattedrale di Avignone, alla presenza di papa Clemente V. Nel 1966 Ignazio Silone fu ispirato dal pontefice molisano nella redazione dell’opera: “L’Avventura di un povero cristiano”.

E adesso, storia nella storia, il “Papa del Gran Rifiuto” (che in realtà operò una rinuncia), è visitato dai fedeli e protetto dall’abbraccio secolare, seppur temporaneamente, di una Chiesa antichissima. Santa Maria delle Grazie fu edificata tra il 1579 e il 1596 grazie all’intervento del vescovo Matteo Colli e fu consacrata il 6 agosto 1606; nel 1613 papa Gregorio VIII la intitolò cattedrale. Tante furono le migliorie che ingrandirono ed abbellirono la struttura nel corso dei secoli, fino alla costruzione della cupola tra il 1863 ed il 1865, che fu però danneggiata due volte; dal sisma del 1915 e dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale.

Nel 1924, quando la diocesi dei Marsi fu spostata ad Avezzano, il bel duomo a tre navate divenne concattedrale e fu nuovamente consacrato, a restauro avvenuto, il 30 aprile del 1961. Quando ce la troviamo di fronte, questa spettacolare basilica presenta subito una caratteristica che piace molto a chi apprezza l’arte romanica e quella gotica, coeve e sovente complementari, l’una tesa ad esaltare l’umiltà e la ricchezza dello spirito del vero e buon cristiano, l’altra il desiderio trascendentale di unirsi a Dio attraverso linee acute: il piccolo, elaborato rosone, inserito quasi al centro di un doppio ordine di finestre. Equilibrata e solenne, è la facciata divisa in due da una cornice di pietra. Nella parte sottostante vi sono cinque archi che aprono a tre portali rinascimentali e, al lato, il campanile.

Al termine dell’altare maggiore, dominato da un tabernacolo, c’è un’abside a semicerchio nella quale è collocata una statua in legno del 1300, che raffigura una madonna con bambino: è la preziosa “Santa Maria del Popolo”, particolarmente amata e venerata dai residenti.

Il duomo si compone di tre ambienti: la cappella del Santissimo Sacramento, la sacrestia, la cappella di san Berardo, patrono della città di Pescina. E’ proprio qui dentro che troviamo l’urna con i resti del santo, come vi è stata traslata il 23 maggio del 1361. San Berardo (il cui corpo è visibile) non riposa da solo, perché sotto la sua postazione ci sono le tombe di

>>>

ABRUZZOpress – N. 259 del 7 luglio  ’10                                                                                                                   Pag 2

parecchi vescovi dei Marsi. Una lapide su cui sono incisi i loro nomi riporta anche questa frase: “Hic quiescunt Marsorum pastores”. Nella chiesa, che conteneva pure un affresco di Teofilo Patini distrutto dal terremoto del 1915 (“Gloria del Sacramento”), di cui esiste una copia su tela del Patrignani, si trovano diversi oggetti sacri, come ex voto, ostensori, urne, spille. Di particolare interesse, oltre ai pregiati, antichissimi stendardi della “Santissima Trinità” e all’olio su tela “La Madonna delle Grazie” del Pellecchia (1886), sono i paramenti cultuali di San Berardo, che fu vescovo dei Marsi. Nobile rappresentante della famiglia dei conti Dei Marsi e De Sangro, nacque nel castello di Colli di Monte Bove, nel 1079.

Nominato vescovo a 30 anni, nel 1109, lottò contro la simonia (traffico di ciò che è sacro) ed il concubinato degli ecclesiastici, protesse i poveri. Costretto più volte all’esilio, come presule resse la diocesi di Pescina fino alla sua morte, avvenuta il 3 novembre del 1130. San Berardo è molto amato dai pescinesi.

Il parroco della chiesa di Santa Maria delle Grazie, don Giovanni Venti e il signor Andrea Cordischi (Confraternita di San Berardo), stanno programmando una mostra che evidenzi la devozione, la cristianità, l’umanità che pervadono i residenti (e che non sono state incrinate dal passare dei secoli), mediante un iter documentato dai tanti oggetti che sono all’interno del duomo di Pescina.

O. S.

* Addetto stampa del Comune di Pescina

Pescina: Sede del Municipio. Sindaco: Maurizio Radichetti Uno scorcio del panorama

New York:                                                              Londra:                                                                    Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com      Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

ABRUZZOpress è inviato ad autorità, enti, agenzie ed organi d’informazione regionali, nazionali, esteri

Articoli e notizie possono essere liberamente riprese. E’ gradita la citazione della font

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.