Nei miei tanti sogni riappare sempre,puntuale,il piattone di pesce fritto.
Un misto di “magnanella”,pesce senza spine,tocchi di seppie ed altro.
Sogno e,credetemi,avverto l’odore tipico di quel piatto.Poi mi sveglio e
vorrei tornare a sognare.Niente da fare.Giulianova e’ cosi’ distante.
Qualche volta nei miei sogni riappare la banda (soprattutto quella di Introdacqua) che marciava su e giu’ per il paese durante la festa della Madonna dello Splendore.A sera la banda si esibiva sul palco,con pezzi classici e io mi piazzavo in un angolo perche’ mi piaceva canticchiare il
motivo.
Sogno anche,di tanto in tanto,quella romanina che alloggiava al Kursaal con la famiglia.Era deliziosamente carina,un tocchetto di
squisita belta’ con aria furbetta. che credo mi prendeva qualche volta in giro.Capii allora che cosa significa innamorarsi.L’avrei sposata subito,pero’ lei mi disse che a 15 anni non e’ possibile.E tormentai la mia mente pensando a lei con un altro che magari non l’amava come l’amavo io.Lascio’ Giulianova a fine agosto senza nemmeno dirmi addio.Questo sogno mi crea sempre fitte allo stomaco e poi sudo.
Sogno le mie scarrozzate a bordo della Vespa di Mimi’,piu’ tardi il dottor Domenico Paolone.Scendevamo verso la spiaggia e nel momento di affrontare la curva a sinistra,scendeva in me il panico.Urlavo da passeggero di rallentare,non ce l’avremmo fatta…Una volta rischiammo di finire negli orti tra le piantine di pomodori.
Dal belvedere c’era sempre un gruppetto di persone che applaudivano al nostro…coraggio.
Sogno,perbacco,il gelato al limone e il fresco nello stabilimento Venere.
Don Augusto che mi dava pizzicotti incredibili sulla guancia sinistra mentre
io ammiravo la sua donna,una bionda bolognese mozzafiato.
E ricordo anche mei miei sogni Giuggiu’ dal quale acquistavo una o due sigarette alla volta per via della scarsa presenza di soldi nelle mie tasche
Tanti sogni,cari giuliesi.Che si possono avere soltanto se si vive nella infernale New York,a 7 mila chilometri da casa.
Beati voi che non dovete sognare perche’ avete il mio paese in tasca…
Benny Manocchia