Nel 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo che trascinò l’Italia e il mondo in una guerra che causò più di 50 milioni di morti l’amministrazione comunale di Atri non trova niente di meglio che proporre l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante. Si tratta di una iniziativa che offende la memoria dei tanti martiri che nel corso della lotta antifascista e della Resistenza sacrificarono la vita per combattere la barbarie del fascismo. Invece di dedicare – come sarebbe dovuto – grandi celebrazioni a un eroe atriano come Martella si pensa di spacciare come atto di pacificazione la riabilitazione di un fascista mai pentito. La democrazia italiana è stata già abbondantemente magnanima con Almirante visto che, nonostante il ruolo che svolse negli anni del regime fascista e della Repubblica Sociale Italiana, poté reinserirsi nella vita politica e nel parlamento insieme al suo partito di nostalgici del fascismo che avrebbe dovuto essere sciolto ma che non lo fu mai. Ricordiamo che dal 1938 Almirante fu animatore del giornale Difesa della Razza, la principale rivista teorica del razzismo italiano, fino all’ultimo numero, pubblicato alla vigilia della caduta del regime, nel luglio 1943. Almirante aderì alla Repubblica di Salò e fu capo gabinetto del ministro della Cultura popolare, Mezzasoma. Nell’aprile del 1944 firmò un bando in cui intimava la resa ai partigiani, pena la “fucilazione alla schiena”. In base a quel decreto 83 abitanti di Niccioleta, in Maremma, furono uccisi da repubblichini e nazisti. Per aver firmato quel bando infame, Almirante è stato riconosciuto come “fucilatore di italiani” e condannato da ben 5 tribunali, ma non ha fatto neanche un giorno di carcere. Almirante, pur avendo abbondantemente beneficiato delle istituzioni parlamentari nate dal sacrificio delle sue vittime, non ha mai pronunciato parole di autocritica e pentimento per il suo infame passato e finché ha potuto ha cercato di contrastare tutte le spinte di progresso democratico nel nostro paese. Proprio nei giorni scorsi è arrivata la sentenza sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia a ricordarci come la minaccia del neofascismo abbia pesato nella vita del paese anche dopo la Liberazione. Il Partito della Rifondazione Comunista esprime la propria condanna per la iniziativa del Comune di Atri.
Marco Palermo
Segretario provinciale Teramo
Partito della Rifondazione Comunista
Segretario regionale Abruzzo
Partito della Rifondazione Comunista