Abruzzo, Cultura & Società

Pescara. I fratelli Verna aprono al pubblico lo Spazio Ars Eligii.

 

Per i suoi primi venti anni di attività, l’atelier di Pescara mette a disposizione

4mila volumi sulla moda e sulla storia del gioiello.

 

Pescara, 26 maggio 2016 – Appena compiuto il ventesimo anno di attività, i fratelli orafi Fabio e Giampiero Verna aprono al pubblico lo Spazio Ars Eligii, il loro archivio privato su gioiello, moda, design, gemmologia e numismatica. Da ieri mercoledì 25 maggio la biblioteca Verna permette ufficialmente a studenti, ricercatori, designer e appassionati la consultazione gratuita di più di 4milavolumi, anche rari, di un consistente archivio fotografico d’epoca e di decine di documentari, film e approfondimenti di carattere radiofonico e perfino musicale.

Lo Spazio Ars Eligii (“l’arte di Eligio”), che prende il suo nome dal protettore degli orefici Sant’Eligio, è visitabile gratuitamente durante gli orari di apertura dell’atelier di via Chieti 40 a Pescara dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 20,00; chiuso il giovedì pomeriggio. L’elenco dei suoi titoli può essere richiesto anche via mail a info@vernaoro.com.

 

In occasione del ventesimo anniversario compiuto lo scorso aprile, i fratelli Verna hanno reso fruibile anche una parte della loro raccolta di oltre 600 gemme; acquamarine, smeraldi, diamanti e topazi sono esposti nell’atelier per i prossimi 24 mesie sono i protagonisti di visite guidate con scuole e privati, a titolo gratuito ma su prenotazione allo 085/380288.

 

«Scienza e cultura si uniscono in un piccolo patrimonio che siamo felici di condividere – spiegano Fabio e Giampiero Verna – infatti i nostri archivi e le nostre collezioni sono in rete con associazioni, musei e biblioteche anche specializzate. L’esposizione di pietre con cui abbiamo aperto il nostro ventunesimo anno di attività racconta molte storie: una universale, con il posto che ogni pietra occupa nella natura; una dell’uomo, con l’utilizzo che ne e stato fatto; e una della pietra stessa, del suo viaggio e delle sue evoluzioni».

 

(Foto: Piero Cipollone)

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