A sei mesi dell’approvazione la legge abruzzese di tutela resta assurdamente senza fondi
e intanto si dimette il rappresentante regionale nel PATOM
Nel giugno di quest’anno, la Regione Abruzzo ha approvato la legge regionale “Interventi a favore della conservazione dell’Orso bruno marsicano” (L.R. 9 giugno 2016, n. 15).
Tramite questa legge sono stati destinati dei fondi per il pagamento dei danni causati dall’Orso alle attività rurali dell’Abruzzo, così da scongiurare eventuali conflitti tra attività umane e presenza del plantigrado. A quasi sei mesi dall’approvazione della legge, però, la stessa è rimasta lettera morta perché non sono stati predisposti gli atti propedeutici all’applicazione concreta della norma, non mettendo così a disposizione i fondi ipotizzati: una vera miseria, peraltro, trattandosi di appena 30.000 euro! Pochi soldi che possono essere utili per dare un indennizzo a coloro che subiranno danni da parte di orsi al di fuori dai parchi (all’interno, infatti, sono i parchi a pagare). Per arginare i danni continuano ad essere fondamentali l’impegno delle associazioni locali come “Salviamo l’Orso” o “Dalla parte dell’Orso” o i finanziamenti europei come quelli del LIFE Orso che hanno consentito al WWF di distribuire quasi duecento recinti elettrificati. L’Assessore Pepe ha assicurato l’altro ieri che presto la legge diventerà operativa: il WWF auspica che alle promesse seguano i fatti perché non possono essere solo le associazioni private di volontari a farsi carico della tutela della specie simbolo della nostra regione che compare in tutti depliant turistici che mandiamo in giro per il mondo per pubblicizzare un territorio e una biodiversità che in realtà proteggiamo assai poco.
E non è certo una questione di soldi! La Regione che non mette a disposizione 30.000 euro per la salvaguardia di una specie a rischio di estinzione di cui rimangono solo 50 esemplari al mondo, infatti, è la stessa Regione il cui Consiglio 10 giorni fa ha deliberato di distribuire contributi a “pioggia” per milioni di euro a manifestazioni, presepi, fiere e feste. Non volendo entrare nel merito delle scelte discrezionali del Consiglio regionale, e pur ritenendo doveroso finanziare le iniziative culturali regionali (alcune di grande importanza), appare strano che un ente che stanzia 4,5 milioni non riesca a scovare poche migliaia di euro per finanziare una propria legge destinata a dare una mano agli agricoltori della montagna e a salvaguardare una specie in via d’estinzione.
“Siamo molto preoccupati”, dichiara Luciano Di Tizio, delegato WWF Abruzzo. “Anche a causa di situazioni di stallo come questa si sono registrate la settimana scorsa le dimissioni del rappresentante della Regione Abruzzo nel PATOM (Patto per la tutela dell’Orso bruno marsicano). Si tratta di dimissioni pesanti perché motivate proprio dall’immobilismo rispetto alle cose da fare. Da anni non solo il WWF ma tutto il mondo scientifico è concorde nell’evidenziare al mondo politico che la tutela dell’Orso bruno marsicano impone scelte immediate e non contraddittorie. Non si dovrebbe perdere neppure un giorno per assicurare la salvezza di questo splendido animale, così come è necessario abbandonare ogni intervento che possa compromettere l’areale nel quale trova alimenti e rifugi. Agli importanti strumenti di pianificazione – come quelli firmati due giorni fa a Pescasseroli – devono seguire azioni concrete. E questo spesso non accade. Ci rivolgiamo ancora una volta alla Regione perché si impegni maggiormente su questa importante battaglia e invitiamo anche le tante imprese che del territorio e della natura abruzzesi si avvantaggiano nelle loro attività a far sentire la loro voce”.
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WWF Italia Onlus, Abruzzo
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