Nelle vie del borgo di Castelli il 17 e il 18 dicembre sarà possibile acquistare le famose palle in ceramica di Natale forgiate e decorate a mano dai suoi celebri ceramisti, come atto di solidarietà e di vicinanza alla popolazione colpita dal sisma.
Castelli è un patrimonio della cultura nazionale e come tale tutti sono invitati ad esprimere solidarietà alla sua comunità per ridare vita a questo straordinario gioiello, ai piedi del Gran Sasso d’Italia, duramente colpito dai terremoti del 2009 e del 2016.
La celebrità nel mondo di Castelli rischia di cadere nell’oblio. Il centro storico è stato seriamente danneggiato dalla terribile ultima scossa del 30 ottobre. Dei duemila residenti dal primo sisma, meno di 50 anime sono rimaste nel borgo. Il Museo della Ceramica, duramente colpito, è chiuso da sette anni. Tra le sue strade regna un silenzio nuovo e indefinibile.
Castelli è sola e ha bisogno del nostro aiuto.
L’invito è rivolto a quanti credono nella necessità di favorire le condizioni per il ritorno alla normalità della popolazione colpita e delle generazioni future.
E’ un dovere degli abruzzesi e degli italiani reagire con convinto impegno, per restituire ai castellani e all’Italia la memoria di un grande passato e di un patrimonio di arte e storia tra i più prestigiosi in ambito nazionale e internazionale.
Castelli rischia di perdere la sua identità legata alla secolare storia dei suoi raffinati maestri ceramisti che ha consentito di narrare fino a ieri, alla propria gente e ai turisti, lo splendore e l’orgoglio di un paesino di montagna la cui celebre tradizione artistica non finirà mai di affascinare. La notorietà di Castelli e della ceramica castellana si deve all’ingegno di grandi dinastie di artisti, Pompei, Grue, Gentili, Cappelletti, Fuina, creatori, tra il sei e settecento, di uno stile inconfondibile e che regalarono immortalità e splendore ai paesaggi dell’Appennino, alla bella Castelli e ai panorami del Gran Sasso d’Italia. Ma Castelli è nota anche per una delle imprese più ambiziose della maiolica italiana degli inizi del seicento, ovvero il soffitto maiolicato della chiesina campestre di San Donato, realizzato con oltre 800 mattoni che per la sua impareggiabile bellezza Carlo Levi lo definì “la cappella Sistina in ceramica”.
In pieno Rinascimento i prestigiosi maestri di Castelli hanno creato opere di straordinaria bellezza su commissione delle più influenti e ricche famiglie romane come gli Orsini e i Farnese, oggi esposte nei più grandi musei del mondo, il Luovre di Parigi, il British Museum di Londra, il Metropolitan di New York e l’ Ermitage di San Pietroburgo.
Walter Mazzitti
Presidente dell’Associazione ” Amici del Gran Sasso d’Italia”