I sindaci di Giulianova, Mosciano S. Angelo Bellante e Morro d’Oro
esprimono seria preoccupazione per la situazione che si sta delineando
nell’ormai prossima gestione dei servizi sociali per il nuovo ambito
territoriale n. 22 che comprende anche Roseto degli Abruzzi e Notaresco.
Per dovere d’informazione verso i cittadini, in primis gli utenti, e
verso le istituzioni superiori si ritiene opportuno fare chiarezza su
quanto sta accadendo.
Nel PSR approvato ormai un anno fa sono state disciplinate le modalità
di costituzione dei nuovi ambiti sociali, richiamando altresì la
disciplina dell’esercizio del potere sostitutivo da parte della Regione
per i Comuni inadempienti. Nella fase di concertazione sulla forma di
gestione associata, avvenuta in seno all’assemblea dei Sindaci quale
organo deputato alla scelta, sono state analizzate le due forme
possibili di gestione unitaria, ossia l’Unione dei Comuni e la
convenzione ex art. 30 del TUEL.
Il lavoro politico e tecnico, lungo e articolato, ha portato a
deliberare UNANIMEMENTE lo scorso dicembre la scelta dell’Unione dei
Comuni in quanto nessuno dei sei comuni costituenti l’Ambito ha potuto
dimostrare la capacità finanziaria di poter garantire la gestione di
cassa come capofila per un piano sociale da oltre 7 milioni di euro,
oltre che la capacità assunzionale per garantire i servizi agli altri
comuni. Inoltre, soprattutto per i comuni di piccole dimensioni come
Morro D’Oro, vige l’obbligo di gestione associata dei servizi con
un’unica forma di gestione, risultando pertanto incompatibile la
gestione tramite convenzione del sociale e la sua permanenza nell’Unione
dei Comuni delle Colline del Medio Vomano. Ultima valutazione maturata
dai Comuni, ma non per importanza,è stata la maggiore collegialità e
corresponsabilità nella gestione dei servizi tramite l’Unione,
garantendo anche una visione di governance territoriale più armoniosa in
una prospettiva di sempre maggiore integrazione delle politiche del
territorio come già avviene ad esempio in Val Vibrata.
Tutti i Comuni, ad eccezione di Notaresco, entro il mese di febbraio
hanno deliberato nei propri consigli comunali, in triplice lettura, lo
statuto della costituenda Unione. Si è creata, a causa della decisione
improvvisamente avversa del Comune di Notaresco, una situazione di
empasse in quanto, in barba agli impegni presi in assemblea dei sindaci,
il comune tareschino ha optato per deliberare per la forma di gestione
convenzionale in una forma ibrida mai discussa con gli altri sindaci.
Numerose, in questi mesi, sono state le interlocuzioni con la Regione
per il tramite della dirigente del Sociale dott.ssa Tamara Agostini e
dell’Assessore Marinella Sclocco, le quali hanno sempre rassicurato
sull’imminente commissariamento al fine di garantire il più rapido
avvio
delle procedure per il nuovo piano sociale di zona.
Nel corso delle ultime settimane, invece, la Regione ha assunto una
posizione diametralmente opposta su parere del difensore civico e
dell’avvocatura regionale. Analizzando le fonti normative si è
sollecitata una modifica alla legge regionale 22 del 1998 istitutiva del
sistema integrato dei servizi sociali, determinando così la possibilità
di intervenire in sostituzione dei Comuni inadempienti con la nomina di
un commissario ad acta e procedere alla costituzione degli ambiti così
come avvenuto in numerosi altri casi fuori regione con delibere
semplicemente rinvenibili da una semplice ricerca online.
Dispiace e preoccupa, pertanto, questo repentino cambio di atteggiamento
da parte della Regione che sollecita un componimento bonario della
situazione in barba alla decisione assunta dalla maggioranza dei Comuni,
così come preoccupa il repentino cambio di indirizzo del Comune di
Roseto degli Abruzzi: tutte le Amministrazioni Comunali hanno come unico
interesse quello di garantire i servizi nel miglior modo possibile e
senza interruzioni, anche assumendosi responsabilità importanti davanti
all’empasse dovuto al vuoto legislativo creatosi.
In un ambito tanto eterogeneo, con due comuni importanti per dimensioni
come Roseto e Giulianova, è impensabile gestire in forma associata un
settore così delicato come i Servizi Sociali delegando la funzione ad un
solo Comune. Occore, semmai, piena condivisione e corresponsabilità e la
Regione deve intervenire per sanare una situazione di stallo così come
ha fatto in passato per altri servizi su base d’ambito, nominando
commisari ad acta per la costituzione delle forme di gestione associata
(vedi AGIR o ERSI).