Il 3 gennaio successivo, alle ore 18.30 in Sala “Buozzi”,
incontro e confronto promosso dall’Assessorato alla Cultura, e
moderato da Oriana Salvucci, con la scrittrice di origine abruzzese
Donatella di Pietrantonio e la sua ultima fatica letteraria,
l’Arminuta, opera che gli è valsa il Premio Campiello 2017.
L’Arminuta, che in dialetto abruzzese vuol dire “la ritornata”, è
ambientato in un Abruzzo contadino dove una ragazzina di una numerosa
famiglia rurale si trova ad essere prima fortemente voluta come figlia da
una ricca famiglia, e poi rifiutata e rispedita al mittente tra difficoltà
economiche, ansie ed emozioni frustrate, ruggenti come la terra sfruttata
e avvilita che la accoglie, la incornicia e la racconta. Il viaggio
nell’Abruzzo di Donatella Di Pietrantonio, territorio fratello alle Marche
per le sorti sismiche e per il doloroso vissuto delle realtà contadine,
sembra essere il protagonista a prima vista del romanzo della scrittrice.
Tuttavia ad una lettura più attenta non può sfuggire il nucleo profondo
della narrazione. L’Arminuta è un racconto di formazione e iniziazione
la cui protagonista finalmente è di genere femminile: una bambina che
diventerà ragazza. Un cammino lungo e faticoso, una ricerca della propria
identità che spesso non trova punti di riferimento negli adulti visti
nella loro fragilità e nei loro limiti troppo umani. Una ragazzina che
riesce ad affrontare i rovesci del destino e riesce a trovare la misura di
sè facendo i conti con la propria esperienza e la propria storia e grazie
alla capacità di costruire relazioni significative fra pari, le amicizie
con la sorella, con il fratello, con l’amica di un tempo. Con uno
stile essenziale e scarno, Donatella Di Pietrantonio, sa dare voce
all’inesprimibile, a dinamiche quanto mai poco indagate come il
rapporto madre-figlia, la relazione fra sorelle e sopra ad ogni cosa
riesce ad esplorare i territori quanto mai ambigui del materno suscitando
interrogativi e domande, ma anche costatazioni e riflessioni.
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