La Costituzione della Repubblica italiana ha compiuto, nel dicembre scorso, 70 anni! Ma quanti la conoscono? Chi conosce un politico che sia intervenuto per trasformarla da enunciazione di diritti in pratica applicazione degli stessi in modo che il cittadino non sia un suddito agli ordini del Re di turno che emana provvedimenti per lui legittimi e tali rimangono perché ci sono delle leggi che consentono di ricorrere solo a chi ha molto denaro, molto tempo e molta salute da spendere? Nessuno, a quanto mi risulta. E ciò è percepito ogni giorno dagli italiani (ormai la maggioranza) che, sdegnati, non si recano più alle urne. Tra pochi giorni avremo il diritto/dovere di recarci a votare per eleggere un nuovo Parlamento e in tanti mi chiedono quali partiti e/o candidati votare, dimenticandosi però che la scelta spetta al singolo, mentre il nostro diritto/dovere è quello di trasferire la nostra esperienza sul campo, in modo da consentire al cittadino una migliore e ponderata scelta. Per quanto detto, molte pagine di questo numero sono dedicate alle azioni intraprese dall’Associazione Nazionale Coordinamento Camperisti, anche con ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali (TAR), contro provvedimenti amministrativi illegittimi emanati dai Comuni per limitare la circolazione stradale delle autocaravan. Il lavoro svolto dall’Associazione dimostra che il cittadino da solo è costretto a subire, inerme, provvedimenti amministrativi illegittimi emanati da sindaci e dirigenti che, peraltro, non verranno mai personalmente perseguiti per i danni che hanno provocato. L’abrogazione dell’articolo 130 della Costituzione, che prevedeva i Comitati Regionali di Controllo (Co.Re.Co.) deputati a esercitare il controllo di legittimità sugli atti delle provincie, dei comuni e degli altri enti locali, alla quale si è aggiunta la riforma riguardante il segretario comunale, oggi assurto a “dipendente” del sindaco, hanno di fatto svuotato il diritto del cittadino di opporsi ai provvedimenti amministrativi illegittimi. L’unico strumento efficace per ottenere l’annullamento di un provvedimento amministrativo illegittimo è il ricorso giurisdizionale al TAR; ma i costi di questa procedura sono altissimi e in pochi possono permettersi di sostenerli. Basti pensare che il ricorso contro un’ordinanza di regolamentazione della circolazione stradale costa al ricorrente 650 euro di contributo unificato, una marca da bollo senza la quale il ricorso non può essere presentato. In altri casi si può giungere addirittura a un contributo unificato di 6.000 euro. Alla spesa viva del contributo unificato si aggiungono poi i costi per l’assistenza legale e tutto ciò con l’incognita di un processo che durerà anni e che potrebbe concludersi con una sentenza ingiusta contro la quale pochi possono permettersi di fare appello. La conseguenza di tale sistema è che il cittadino è inerme e il diritto alla giustizia sancito dall’articolo 24 della Costituzione in base al quale “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi” è di fatto inesistente.
Per concludere, sul chi votare, verifica quali partiti, movimenti e/o candidati hanno in programma di emanare delle nuove leggi per consentire al cittadino di poter ricorrere gratuitamente contro i provvedimenti che ritiene illegittimi nonché il ripristino dei Comitati Regionali di Controllo.
Pier Luigi Ciolli
Firenze