Abruzzo

Giulianova. Filipponi e la Ranalli rispondono al Cittadino Governante: critiche da ombrellone

Il vicesindaco Filipponi e l’assessore all’Urbanistico replicano al “Cittadino Governante”: “Critiche da ombrellone”.

Critiche da ombrellone. E forse non c’era l’ombra. Non si spiegherebbe altrimenti le approssimazioni e la grande confusione che traspaiono dal solito attacco di marca arborettiana”. Replica così il vicesindaco Gabriele Filipponi al “Cittadino Governante” che, in relazione alla vendita all’asta di piccoli appezzamenti di terreno di proprietà pubblica, ha accusato il Sindaco, la Giunta, la maggioranza, il dirigente dell’Ufficio Tecnico e persino il presidente della “Giulianova Patrimonio”, di violare gli interessi generali.

Anzitutto va ricordato – rileva il vicesindaco – che l’Assise civica, come è scritto a chiare lettere nel punto 2 della delibera consilare n.34 del 29 aprile scorso, aveva demandato alla Giunta il compito di individuare piccole aree, di estensione non superiore ai 100 metri quadrati, da alienare. Facendo naturalmente precedere la vendita da apposito avviso pubblico. Ebbene il bando – prosegue Filipponi – è stato puntualmente pubblicato sia nell’Albo pretorio, sia nel nostro sito istituzionale per dare modo a chiunque di partecipare. E dove sono allora gli oscuri interessi che “Il Cittadino Governante” vuole adombrare? Ormai Arboretti e i suoi stanno scivolando verso il populismo più banale e inconsistente”.

Sulla questione interviene anche l’assessore all’Urbanistica Nadia

Ranalli. “Ma che confusionari questi signori del “Cittadino Governante”. Sfoggiando competenze che non dimostrano poi di avere, fanno un gran minestrone mischiando le alienazioni con la monetizzazione, che sono cose ben diverse. Le norme sulla monetizzazione –  precisa l’assessore – riguardano solo ed esclusivamente quelle aree comprese all’interno di piani attuativi del PRG. Dov’è la differenza? Presto detto: in questo caso le aree non sono di proprietà pubblica ma degli stessi proponenti, che invece di cederle al Comune continuano a conservarle senza che le aree stesse abbiano capacità edificatoria. Insomma, non sono sfruttabili per ulteriori costruzioni. Non è quindi corretto, anzi è furbescamente scorretto – aggiunge l’assessore Ranalli – fare l’esempio dell’area ex Pioppeto, che è stata invece oggetto di ‘valorizzazione’ e successiva vendita come area edificabile. Vendita, è opportuno ricordare, approvata dal Consiglio comunale per fronteggiare i debiti del Comune”.

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