In rilievo, Ricordi di guerra, Tipi giuliesi

Giulianova. Ernesto Zenobi, Il Carabiniere dimenticato in Polonia.

Nasce in Contrada Profico, al numero 17 (Masseria Profico -Strada Comunale Salinelle), nel Comune di Canosa di Puglia, alle ore 11,30, del 3 gennaio 1902, da Isaia Zenobi (ferroviere) e Elvira Angelini (casalinga). Solo il 5 gennaio verrà registrato al Comune di Canosa di Puglia dal Vicesegretario Giuseppe Basta, alla presenza dei due testimoni: il 37enne, Antonio Caccamo e il 31enne, Michele Manfredi, entrambi muratori. Il 26 febbraio 1923, all’età di 15anni, si stabilisce a Giulianova lido con i genitori e i 7 fratelli: Anna, Domenico (1912 Canosa – 1982 Giulianova), Adele (1899 Spinazzola – 1977 Giulianova), Vittorio (1910 Canosa – 1984 Giulianova –entrerà in aviazione), Umberto (1916 Canosa – 1995 Giulianova – anche lui in aviazione), Michele (Carabiniere) e Maria Margherita Lucia (1903 Giulianova).

 

La vita militare
Il 28 novembre 1927, viene iscritto d’ufficio al Distretto Militare di competenza di Brindisi, con la concessione di poter essere visitato per l’idoneità dai colleghi di Teramo. Il 7 febbraio 1928 viene chiamato a visita di leva al Distretto Militare di Teramo ottenendo l’idoneità con le seguenti caratteristiche: alto 1,63 e torace 0,83; capelli lisci e castani; mento regolare e naso greco; occhi castani e dentatura sana; di professione panettiere, sa leggere e scrivere correttamente; residenza ufficiale a Giulianova lido. Il 25 aprile viene chiamato alle armi e il 26 aprile giunge al Distretto Militare di Spoleto. Il 31 ottobre viene ammesso come allievo sottoufficiale nel corso Carrarmati a Roma per due anni e il 15 febbraio 1929 viene promosso Caporale. Il 1 aprile cessa di essere allievo sottoufficiale, non avendo superato l’ammissione per il grado superiore di Caporal Maggiore davanti la commissione reggimentale d’avanzamento. L’8 aprile viene trasferito nel 2° reggimento fanteria e il 15 aprile viene promosso a Caporal Maggiore di fanteria. Il 24 aprile 1930 (dopo due anni di servizio) viene congedato con la qualifica di tiratore scelto con il moschetto. Il 28 agosto entra nei Carabinieri Legione Ancona. Dopo una serie di rafferme dal 1930 al 1936, il 24 gennaio 1936 viene spostato alla Legione territoriale di Roma. Il 26 gennaio parte per la Somalia con la 3° Banda autocarrata dei Carabinieri imbarcandosi a Napoli e il 12 marzo sbarca a Obbia, città portuale della Somalia. Il 1 agosto 1937 viene inquadrato nel Gruppo Carabinieri di Harar (prende origine dalla città etiopica). Il 21 dicembre 1938 parte per l’Italia in licenza di 60 giorni e il 5 gennaio 1939 sbarca a Napoli. Verrà decorato della medaglia commemorativa delle operazioni militari in AOI e della Croce al merito di guerra. Il 1 aprile rientra nella Legione Ancona. L’11 giugno 1940 viene trasferito alla 110° sezione mista Carabinieri reali mobilitati e il 24 agosto nella 54° sezione mista. Il 1 novembre cessa di essere mobilitato.
Il 31 gennaio 1941 parte per l’Albania dal porto di Brindisi e il 2 febbraio sbarca a Valona, qui viene inquadrato nella Legione CC Valona. Il 7 ottobre 1942 viene eseguito l’ultimo aggiornamento del suo foglio matricolare con i relativi pagamenti di 964 lire per non aver usufruito della licenza durante il periodo 11 giugno 1941/10 giugno 1942. Dopo i tragici fatti dell’8 settembre 1943, viene preso prigioniero dai tedeschi il 14 settembre a Elbasan in Albania, per essere deportato nei campi di prigionia tedeschi.
La morte
Il 35enne giuliese morirà per broncopolmonite come Internato Militare Italiano nel Campo d’internamento di Gorlitz (Germania), alle ore 22,00, del 15 novembre 1943, nell’ospedale da campo dello Stalag VIII-A, poi sepolto nello stesso campo: Gorlitz Moys – stalag Friedhof Seindenberg Strasse, fila VIII, tomba 91. Lo Stalag VIII-A era un campo di concentramento tedesco per prigionieri di guerra durante la Seconda guerra mondiale, situato in prossimità della città tedesca di Görlitz (oggi Zgorzelec, in Polonia). Prima dello scoppio della guerra era un campo della Hitlerjugend (gioventù hitleriana). Solo il 9 maggio 1951, l’Assessore e Ufficiale dello Stato Civile, Orfeo Simoncini, trascriverà la nota ufficiale di morte da parte del Ministero della Difesa – Esercito – Direzione Generale Leva, Sottoufficiali e Truppa – ufficio ricerche dispersi e stato civile datata 30 aprile 1951. Già tradotta dal tedesco negli uffici ministeriali in data 24 aprile 1951 a firma del Tenente Colonnello Di Criscenzo. In realtà, l’ufficio dello stato civile di Gorliz aveva già trascritto la sua morte al numero di registro 497 in data 10 aprile 1944 a firma del Sacerdote che si occupò della benedizione e sepoltura, Hofr Kuchmler, nella fossa numero 91 nel cimitero del quartiere di Moys (oggi Ujazd, quartiere nella città di Zgorzelec, nel Voivodato della Bassa Slesia della Polonia, distretto al confine tedesco-polacco, a cavallo del fiume Czerwona Woda). Successivamente, nel dopoguerra, fu traslato nel cimitero militare italiano a Varsavia, nel quartiere Bielany. Al centro del cimitero c’è una lapide commemorativa in onore dei sei generali italiani (Carlo Spatocco, Giuseppe Andreoli, Emanuele Balbobertone, Ugo Ferrero, Alberto Trionfi e Alessandro Vaccaneo) assassinati dalle SS il 28 gennaio 1945 presso la Kużnica Żelichowska nella regione Wielkopolska (Polonia), durante la marcia della morte.
Conclusioni
Con questa ricerca, poi presentata in Sala Buozzi lo scorso 3 novembre 2019, spero di aver reso giustizia alla memoria di questo Carabiniere in collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione di Giulianova, presieduta da Franco Gizzi e l’Archivio di Stato di Teramo, diretto da Carmela Di Giovannantonio, Speriamo, visto che abbiamo realizzato la targa in onore di 4 Carabinieri (Calvarese, Zenobi, Nazziconi e Scimitarra), di svelare la stessa il 2 novembre 2020 al cimitero monumentale. W la Benemerita.
Segnalo i tre tomi sugli IMI “Stammlager – l’incubo della memoria” di

Vitoronzo Pastore

, ospite della manifestazione “Cefalonia 1943 – Per non dimenticare” a Roseto degli Abruzzi (nel 1 tomo, a pagina 513, vengono riportati alcuni nominativi di teramani morti in Germania).

Ringrazio

Zenobi Ernesto

per la foto di Ernesto.

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