di Benny Manocchia*
Apprendo dalla stampa abruzzese ( Articolo de Il Centro )della chiusura dello storico caffè (caffè Roma) della stazione della mia città di nascita, il mito Bar Agrò. La prima volta che entrai nel bar, ero un ragazzotto appena uscito dall’ospedale dove mi avevano tolto un bel po’ di schegge per via del bombardamento su Giulianova del 29 febbraio 1944, dove morì mio padre, il giornalista Francesco Manocchia. Ero entrato per salutare e ringraziare il signor Albani, padre di Gianni,mio compagno di scuola, che mi aveva trasportato a braccia all’ospedale vecchio vicino al Santuario della Madonna dello Splendore. Al bar c’era il piu’ anziano della famiglia, Agro’,il tosto che giocava in difesa. Mi disse: lascia stare il caffe’, sei troppo giovane, prenditi le caramelle. C’era un’atmosfera bella, amichevole e molto scherzosa, solo come i veri giuliesi sanno fare. Ognuno sapeva bene come formare la formazione della squadra giuliese, a Giulianova siamo tutti un po’ allenatori! Piu’ tardi, mio fratello Lino, già corrispondente a Giulianova per alcune testate sportive, mi presento’ Giannino, il piu’ giovane della famiglia,simpatico, già giocatore in serie A, un po’ tutti lo ammiravamo. Lo stesso giorno, a Giulianova spiaggia, un mio amico giuliese mi porto’ a gustare un gelato al limone, veramente Delizioso! C’era il piu’ piccolo della famiglia,padre di una stupenda ragazza (che oggi purtroppo non e’ piu’ con noi) che veniva a scuola a Teramo con tutti noi. Era molto bella,ammirata dai giovanotti.Una volta un teramano comincio’ a fare lo scemo e cosi’ gli mollai un destro che se lo ricordò per un bel pò.