Abruzzo

Abruzzo. Tagli alla sanità, Palomba: «Negato il diritto alla salute ai residenti dell’entroterra»

«Quanto è accaduto all’anziano di Schiavi di Abruzzo, che con
un’emorragia interna è giunto al pronto soccorso di Vasto dopo quasi
tre ore dalla prima richiesta al 118, è purtroppo il primo di una
lunga serie di episodi che interesseranno tutti i comuni
dell’entroterra Vastese, sui quali i tagli alla sanità avranno delle
conseguenze catastrofiche». E’ il consigliere regionale Paolo Paolomba
(IdV) a commentare, amareggiato e preoccupato, l’episodio di cronaca
riportato da alcuni organi di stampa locali
http://www.altomolise.net/archivio_news/2010/L-odissea-di-un-novantasettenne-ricoverato-dopo-tre-ore_558.php
Vista la dismissione in atto di molti ospedali di zona, sia in
Abruzzo che nel confinante Molise, i residenti nei comuni montani del
Vastese si troveranno presto nell’impossibilità di ricevere assistenza
medica, anche per quanto riguarda le emergenze. Il vicepresidente
della commissione  Sanità della Regione Abruzzo, Paolo Palomba (IdV),
che è originario di Schiavi di Abruzzo, comprende, meglio di altri, la
gravità della situazione e lancia, o meglio rilancia l’allarme. «I
piccoli ospedali, come ad esempio quello di Agnone in Molise, o quello
di Gissi, sono stati, fino ad oggi, la salvezza per le popolazioni
dell’entroterra. – continua Palomba – Ora che sia Iorio in Molise che
Chiodi in Abruzzo stanno praticando pesanti tagli ai reparti, rendendo
praticamente inservibili i presidi sanitari di zona, per i cittadini
di serie “B” dell’Alto Vastese e Alto Molise è seriamente a rischio la
sopravvivenza, perché di questo si tratta. Il diritto alla salute
viene negato a migliaia di famiglie, e la cosa ancor più inaccettabile
è che è proprio la politica a creare questo ulteriore problema ai
residenti. Tra l’altro, – aggiunge Palomba – I presunti risparmi
derivanti dalla chiusura dei piccoli ospedali sono stati già annullati
da opinabili scelte politiche, come quella di esternalizzare il
servizio di riscaldamento di alcuni nosocomi a Chieti. Nelle scorse
settimane ho rivolto questo invito all’assessore Venturoni: prova ad
andare a Schiavi di Abruzzo o a Castiglione Messer Marino, d’inverno,
con la bufera, anche in elicottero, se ci riesci. I colleghi di
maggioranza in Regione non si rendono contro di cosa possa significare
vivere in un centro montano, quando il primo ospedale ‘funzionante’ è
a cinquanta chilometri di distanza e quando l’ambulanza del 118
impiega un’ora, se tutto va bene, per raggiungere il paziente e
un’altra ora per trasferirlo al pronto soccorso. E’ comodo stare
seduti in poltrona e disporre tagli ai piccoli ospedali, quelli di
frontiera, tanto poi a rischiare la vita perché l’ambulanza arriva
dopo un’ora sono sempre i cittadini».

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