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Giulianova. Prof. Carlo Di Marco: Facebook e partecipazione popolare. Un rapporto problematico ma non impossibile

Prof. Carlo Di Marco

Nei giorni scorsi un gruppo Face-book molto seguito a Giulianova ha promosso un sondaggio di opinione sulla piattaforma, per conoscere l’opinione dei cittadini sul progetto di riqualificazione di Piazza Dalmazia sul quale circa un anno fa si era pronunciato un riuscito Forum cittadino. Fra i risultati di questo sondaggio su face-book, partecipato da un migliaio di utenti, vi sarebbe la “bocciatura” della pedonalizzazione del lungomare proposta dal Forum cittadino. Conti alla mano, i deliberanti del Forum sarebbero stati in numero inferiore, per cui detta proposta, dopo un anno, potrebbe apparire meno “legittimata”. Una logica deduzione (non ostentata dagli organizzatori ma che è un po’ nelle cose) potrebbe essere che sia migliore (più democratico) un sondaggio su face-book rispetto a un Forum cittadino. Insomma, avrebbero più credibilità i mille internauti di Face-book che i deliberanti del Forum cittadino del gennaio 2020. L’eventualità che possa diffondersi questa convinzione, per noi errata, ci induce a proporre e argomentare alcune considerazioni.

La prima: il grado di alfabetizzazione informatica in Italia (intesa come capacità sufficiente di usare il computer e collegarsi ad internet) si aggira intorno al 21% della popolazione che potrebbe saperlo fare (dato OCSE). Una delle percentuali più basse in Europa. Vi è quindi un vulnus di partenza nel rapporto fra piattaforme telematiche e democrazia: quasi l’80% della popolazione è escluso da ogni tipo di dialogo telematico. A noi che siamo internauti questo non sembra perché non ci pensiamo, ma è così e ne discende una forte sofferenza del principio democratico costituzionale basato sull’eguaglianza e la libertà di espressione per indistintamente tutti. Possiamo fare tutte le considerazioni che vogliamo, in merito, ma i numeri sono cocciuti: anche se a Giulianova o a Teramo quella ripartizione di percentuali fosse inversa (80% si, 20% no) l’esclusione dal dibattito telematico sarebbe comunque pesante, ma non è così. I mille “internauti” che si sono pronunciati nel caso di specie, sono certamente tanti, ma rientrano tutti nella percentuale sopra descritta. In altre parole, si sono potuti pronunciare solo gli internauti. Per capirci meglio, si pensi alla pubblicità delle riunioni del Consiglio comunale: esse non rispettano il principio democratico perché ci vanno tutti i cittadini a sentirlo, lo rispetta perché tutti i cittadini possono andarci. Non così nelle riunioni “a porte chiuse” (per forza di cose, al momento): qui può seguire i lavori solo quel 21%. Perché questo è importante? Cerco di spiegarlo con la seconda considerazione.

Al Forum cittadino del gennaio scorso parteciparono centinaia di cittadini a cui non fu posto un quesito secco (sei d’accordo o no?): ad essi, suddivisi in tavoli di lavoro, fu proposta una rosa di alternative progettuali corredata di molte informazioni, delucidazioni, opinioni di esperti, di politici e di operatori di settore. In questi tavoli i cittadini studiarono e lavorarono per quasi due giorni a titolo di volontariato (senza un euro di compenso) per essere ben informati, capire ed essere finalmente in grado di esprimere un pare ben riflettuto. Il confronto fu sereno, democratico e soprattutto empatico (nei tavoli di lavoro le persone si guardano negli occhi). Nei tavoli si mescolarono cittadini internauti e altri che non sanno nemmeno accendere un computer; nessuno chiese loro l’appartenenza partitica (qualcuno avrebbe voluto farlo, ma non glie lo abbiamo permesso); non si chiese il titolo di studio, né il reddito, né la professione ecc..Quanti erano? Decine e centinaia: ci furono due plenarie durante le quali in Kursaal era pieno e 6 tavoli di lavoro formati da 10-12 componenti ciascuno. Ma se anche ci fossero stati venti cittadini questi, prima di esprimere un parere avrebbero ugualmente percorso la strada dell’informazione competente, avrebbero lavorato per quasi due giorni senza alcuna limitazione e soprattutto senza alcuna discriminazione. Quando si parla di partecipazione, infatti, non si parla di numeri minimi al di sotto dei quali la partecipazione non ci sarebbe: secondo lo spirito e il dettato della nostra Costituzione (art. 3) chiunque (a prescindere da quanti sono, anche due persone bastano) ha il diritto di esprimere proposte e pareri ai poteri politici. Questa è la partecipazione.

A noi pare che sia molto diverso pronunciarsi su un quesito davanti a una tastiera senza averci lavorato un po’ chiedendo informazioni agli esperti, agli estensori dei progetti, a chi conosce bene le materie in discussione; senza aver dato la propria disponibilità a titolo di volontariato per un paio di giorni al fine di avere un minimo di conoscenza su questioni (in questo caso di carattere urbanistico e dei lavori pubblici) che non sempre si conoscono abbastanza. Si esce da un Forum con conoscenze che prima non si avevano. Se ne esce arricchiti.

Con quanto detto sin qui, non vogliamo certamente affermare (non lo pensiamo neanche) che i partecipanti al sondaggio social in argomento siano tutti ignoranti, ma forse la maggioranza di loro non ha gli strumenti conoscitivi che si possono acquisire in un Forum o in un Sondaggio Deliberativo come quello che si sta svolgendo a Teramo sull’area archeologica del Teatro romano. Né riteniamo che il sondaggio effettuato su face-book sia inutile o che lo siano gli strumenti social. Anzi, pensiamo il contrario: gli strumenti social possono essere utilizzati (specie in questo momento in cui la pandemia non consente riunioni in presenza) in affiancamento e ad integrazione dei percorsi deliberativi che si svolgono solo in presenza. Non è un caso che l’Associazione Demos abbia una pagina Face-book, vari gruppi e un sito web; che il Sondaggio Deliberativo di Teramo abbia aperto una pagina Face-book e che tali strumenti, al momento, siano gli unici possibili. E ringraziamo chi ha promosso il sondaggio di cui stiamo parlando perché questo comunque continua un dibattito che per certi versi non si è mai concluso, ma a questo punto ci viene spontanea una proposta, come dire, collaborativa. Il possibile allentamento della pandemia per via del programma di vaccinazione di massa, intorno alla prossima primavera-estate, potrebbe riportare la possibilità per i cittadini di riunirsi in presenza e di riprendere due percorsi deliberativi attualmente sospesi: il Sondaggio Deliberativo sulla riqualificazione dell’area archeologica del Teatro romano a Teramo e il Forum cittadino sulla riqualificazione di Piazza Dalla Chiesa a Giulianova. Proponiamo ai rispettivi organi di garanzia di aprire da subito, sulle rispettive pagine face-book, la possibilità per tutti i cittadini internauti di aderire formalmente ai rispettivi tavoli di lavoro; a tutti coloro che si esprimono sui social (mostrando così di avere interesse sugli argomenti) a richiedere formalmente di entrare a farne parte in attesa che si svolgano le rispettive assemblee plenarie di apertura.

Siamo certi che a Giulianova, ad esempio, fra i mille partecipanti al sondaggio face-book ci sarà pure qualcuno disposto ad approfondire le proprie conoscenze (se non le ha) impegnandosi personalmente a lavorarci un po’ a titolo di volontariato, offrendo all’interesse collettivo, un po’ del proprio tempo. Fermo restando che è diritto di tutti continuare ad esprimersi solo davanti ad una tastiera.

prof. Carlo Di Marco

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