Cultura & Società, In rilievo

CAMPLI COM’ERA UN ALBUM FOTOGRAFICO IN BIANCO E NERO DI FABRIZIO PEDICONE

 

E’ in corso di distribuzione, in questi giorni, la pubblicazione Campli com’era (non vengono riportate né il luogo e né la data di stampa), curata da Fabrizio Pedicone, collezionista e cultore di patrie memorie, che gestisce dal marzo 2013 “Campli fotografie”: pagina Facebook nella quale egli raccoglie e diffonde immagini, foto, cartoline ed altro della bellissima cittadina farnese, spesso sottovalutata, scrigno ricco d’arte, storia, cultura e tradizioni.

Campli com’era non è proprio un libro – non c’è bisogno nemmeno di dirlo – è un album fotografico “fatto in casa”, un bell’album fotografico, una straordinaria rassegna, di oltre cinquecentotrenta immagini d’epoca, che rappresenta il “disegno” medioevale di uno dei borghi più belli d’Italia (non a caso, insieme con Castelli, Civitella del Tronto e Pietracamela, si fregia del marchio dell’Associazione de “I Borghi Più Belli d’Italia”) che si estende tra le vallate dei torrenti Siccagno e Fiumicino nel comprensorio del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, sotto le sagome dei Monti Gemelli.

Fabrizio Pedicone ha fatto tutto da solo, non è stato aiutato da nessuno. Il volume ha visto la luce proprio dopo nove mesi di amorevole gestazione. E’ suddiviso in diverse parti: ci sono foto ritratto eseguite da Padre Luigi, al secolo Goffredo Tucceri; una sezione è dedicata ai personaggi camplesi; un’altra alle botteghe e ai mestieri; una parte alla Sagra della Porchetta Italica, che di certo non poteva mancare; poi una è riservata al Campli Basket ed un’altra, senza titolo, è formata da una raccolta di varie foto sparse.

Un viaggio indietro nel tempo per riscoprire la Campulum dei tempi andati, ma allo stesso tempo, l’autore non vuole essere un “lodatore del tempo passato” – lungi da lui – con questo lavoro cerca solo di mostrare alle attuali e alle future generazioni gli scorci, gli angoli e le trasformazioni architettoniche ed urbanistiche della propria terra, quella appartenuta ai propri avi, ai propri nonni e ai propri genitori, mostrando anche una moltitudine di personaggi noti, meno noti e folkloristici che popolavano la Campli di allora, con i suoi tanti mestieri, botteghe di artigiani e negozi e con i loro ritmi di vita più lenti di quelli odierni, affrontavano la quotidianità.

Questo è, come già detto, un album fotografico di famiglia da sfogliare, appunto, in famiglia, o con amici e paesani, senza nessuna pretesa da parte dell’autore che lo dedica «a tutti i cittadini Camplesi», con un «un ringraziamento al Comune di Campli per avermi dato il patrocinio del logo  che rappresenta il nome, la tradizione e la storia del paese, uno speciale a Nazzareno Sorgi per aver custodito con orgoglio e passione una buona parte della storia camplese, a Padre Luigi per le sue bellissime foto che non esitò un istante nel mostrarle e darmi la possibilità di usarle per il bene del territorio a lui molto caro, al mio amico giornalista, scrittore e storico Nicolino Farina, e un abbraccio al parroco Don Adamo Varanesi»

Il libro ha avuto già una massiccia richiesta da parte dei Camplesi che vivono fuori dai confini comunali e nazionali.

 

Pubblicato già su La Città, quotidiano di Teramo, del 24 febbraio 2021

 

pietro.serrani@tin.it

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