La stampa parigina di martedì 5 luglio 1927, Paris soir, La Presse e altri giornali riportavano la notizia che il giorno prima un uomo stava seduto sul parapetto del ponte della Concordia, un ponte di Parigi che attraversa la Senna tra Place de la Concorde e il Quai d’Orsay, di fronte alla facciata del Palazzo Borbone, sede dell’Assemblea Nazionale, al centro di Parigi, con le spalle girate verso il fiume. In seguito ad uno stordimento, si supponeva, aveva perso l’equilibrio ed era caduto nella Senna. Malgrado la prontezza delle ricerche, non si era potuto ritrarre dall’acqua che un cadavere. Nelle tasche dello sventurato si trovavano dei documenti intestati a un italiano, Sabatino Di Loreto. abitante al numero 5 di Villa Etaix, nato a Villa Ripa, una frazione del comune di Teramo.. Il corpo era stato trasportato all’Istituto di medicina legale. Sui registri della polizia compariva l’annotazione n. 421 dell’agente Parquet che parlava di morte accidentale.
Sabatino Di Loreto, ex socialista, era uno dei fondatori del Fascio di Parigi, era collaboratore della prestigiosa rivista “L’Europe Nouvelle”, sulla quale scriveva anche Giuseppe Prezzolini, e poi della rivista “L’Italia Nouvelle”, fondata dall’amico personale di Benito Mussolini Nicola Bonservizi, di cui era stato il braccio operativo, sostituendolo tra l’altro nella direzione del giornale subito dopo che Bonservizi era stato ferito gravemente la sera del 20 febbraio 1924 da un giovane anarchico italiano, Ernesto Bonomini, mentre pranzava in un ristorante e dopo la sua morte avvenuta in ospedale un mese dopo, il 26 marzo. L’uccisione di Bonservizi costituiva ancora un grosso enigma, perché in seguito collegata al nome di Amerigo Dumini, accusato di aver ucciso Giacomo Matteotti. La morte del suo braccio destro, il teramano Sabatino Di Loreto, aveva anch’essa a che fare con le trame nere nel delitto Matteotti, con il presunto tentativo di depistaggio operato dallo stesso Dumini? O era collegata al contrasto interno al fascio parigino tra oltranzisti contrari a Bonservizi, accusato di mollezza, ed esponenti del fascismo moderato, a cui lo stesso Di Loreto apparteneva. Se delle tre ipotesi, una morte accidentale, un suicidio per depressione (la tesi sposata dalla polizia parigina, peraltro senza riscontri autoptici, almeno conosciuti), o omicidio, fosse stata vera la terza, chi aveva ucciso Di Loreto? I fuorusciti italiani anti-fascisti o fascisti dell’ala oltranzista che, avendo ucciso Bonservizi avevano voluto togliere di mezzo anche il suo braccio destro che di Bonservizi conosceva anche i segreti? L’enigma ancora permane. La salma di Sabatino Di Loreto venne, non senza molte difficoltà, traslata in Italia, nel cimitero di Villa Ripa, dove ancora oggi si trova, e venne accolta dalle autorità del fascismo teramano in pompa magna, con i tributi dovuti ad un eroe. Poi sul fascista teramano morto a Parigi, caduto nella Senna per un accidente, suicidatosi o ucciso, cadde il velo dell’oblio, tanto da essere ignorato da tutti, anche dai suoi compaesani, salvo poche eccezioni. Partendo da una iniziale ricerca storica dell’avv. Luigi Guerrieri, nativo anche lui di Villa Ripa, come Sabatino Di Loreto, Elso Simone Serpentini parlerà del caso, ancora oggi avvolto nel mistero, ricostruendo i termini essenziali della vicenda, ancora del tutto oscura.
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