In rilievo, Lettere

L’Aquila. Goffredo Palmerini: mi addolora la notizia della scomparsa dell’on. Antonio Falconio.

Oltre al rapporto di amicizia che ci ha sempre legato, voglio ricordarne le qualità di politico e di amministratore pubblico. Lo ammiravo, quando lo ascoltavo parlare nell’aula consiliare di Palazzo Margherita, consigliere comunale poi vicesindaco nell’Amministrazione guidata da Tullio de Rubeis (1970-75). Un eloquio fluente, forbito, colto, con sprazzi dialettici di rara suggestione. Nato nel 1938 a Navelli, si era laureato in Scienze politiche e nel 1966 era diventato giornalista professionista, lavorando per diverse testate nazionali prima di entrare in Rai. La sua formazione politica e ideale l’ha vissuta nella Democrazia Cristiana. 

 
Lorenzo Natali, allora all’apice delle sue responsabilità nel Governo del Paese, lo ebbe stretto collaboratore, proponendolo a L’Aquila e in Abruzzo come una promessa per la vita politica e istituzionale, così come era stato per Romeo Ricciuti. Falconio mise subito in mostra le sue qualità politiche e dialettiche nei Consigli Provinciale, Comunale e poi Regionale, nelle funzioni di Capogruppo consiliare Dc. Nel 1979 fu eletto alla Camera dei Deputati ed operò per l’intera legislatura fino al 1984. Successivamente ricoprì incarichi in Enti nazionali del settore agricolo. Con la fine della DC, nel 1994, scelse di aderire al Partito Popolare, che del cattolicesimo democratico ereditava la storia, e nel 1995 fu candidato alla presidenza della Regione Abruzzo. Con una lucida visione progettuale guidò la Regione dopo una difficile congiuntura politica, con importanti risultati per la comunità abruzzese, anche se, ricandidato nella consultazione elettorale del 2000, non riuscì ad essere confermato, cedendo la guida della Regione a Giovanni Pace.

Antonio Falconio è stato un esempio di politica alta, non gridata, fortemente dialogante. La sua mitezza giammai poteva essere scambiata per arrendevolezza di valori, che anzi affermava assai efficacemente grazie alla fecondità del pensiero, alla ricchezza del linguaggio, alla chiarezza nella comunicazione, al carisma che sempre esercitava nelle assemblee istituzionali, negli incontri pubblici, con i mezzi d’informazione. L’ho stimato ed apprezzato per la sua bonomia, per il garbo e il tratto amichevole che sapeva conservare con ogni interlocutore. L’Aquila e l’Abruzzo possono essergli grati per il servizio che ha reso alla comunità aquilana e regionale. Una bella persona davvero Antonio Falconio, ne conserverò per sempre un buon ricordo.  
   

Goffredo Palmerini
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