Si ripropone in questi giorni, sulla stampa, la “presentazione” di nuovi candidati al governo della Città quando mancano ancora più di due anni alle nuove elezioni. Il metodo è tipico di un modo di concepire la rappresentanza politica come un percorso estraneo ai cittadini. Per lo più investe una parte maggioritaria della classe politica (locale e nazionale) e abitualmente promana da segreterie di partito, potentati, gruppetti di potere ed altri aspiranti. In queste pratiche non si parla mai, prima di tutto di programmi, ma si fa riferimento ai possibili candidati sindaci. Successivamente si aprono le trattative fra gruppi politici, si susseguono contatti e accordi al vertice sempre lontani dai cittadini.
Molto spesso (per fortuna non sempre) dietro vi sono i “committenti”: quelli che trovano convenienza per una candidatura o l’altra e mettono sul tavolo “quello che serve” per poi passare a riscuotere quando le cose vanno “per il verso giusto”. Funziona così, purtroppo. In questo sistema si inseriscono anche la programmazione e la cura degli interessi pubblici: chi decide i programmi da portare avanti, modificare e annullare nelle legislature e nelle consiliature locali? Gli stessi di sopra: capi e segreterie. Questa è la realtà generale. Ci sono per fortuna varie eccezioni poiché non tutti i partiti sono uguali, ma ci vogliono elementi concreti per poterlo affermare.
Noi ci occupiamo di metodo democratico come principio costituzionale irrinunciabile e avremmo qualcosa da proporre in una Città come la nostra dove vige un ordinamento di democrazia partecipativa che ha fatto scuola un po’ dappertutto, derivante da uno slancio democratico senza precedenti che però alcuni partiti sembrano essi stessi (anche quelli che lo hanno voluto) voler marginalizzare.
Noi crediamo che anche in questo percorso per le elezioni i cittadini dovrebbero avere un ruolo decisivo attraverso una consultazione primaria aperta e democratica senza preconcetti né cose già fatte di alcun genere, sia sui programmi che sulle candidature.
Circa un anno fa il Comitato di quartiere del Lido presentò al Comune un progetto di bilancio partecipativo rimasto purtroppo nei cassetti. Le linee portanti di quel programma possono essere riutilizzate per questo fine: un bilancio, infatti, non è un mero documento contabile, bensì un programma politico annuale e pluriennale. Bene, un programma elettorale potrebbe emergere dalla base dei cittadini attraverso l’alternarsi di azioni partecipative simili a quelle previste nel progetto del Comitato Lido. Insomma, imparare dai procedimenti deliberativi e partecipativi come da decenni si fa nella vicina città di Grottammare, per i partiti sarebbe un grande segnale di rinnovamento.
In particolare, si alternerebbero tre fasi di azioni di coinvolgimento dei cittadini:
a) – assemblee, forum e focus groups nei quartieri e nelle frazioni al fine di acquisire elementi conoscitivi delle problematiche capillari;
b) – elaborazione di una prima bozza di programma;
c) – ritorno alle assemblee per la sua definizione democratica.
Durante lo svolgimento delle tre fasi, dalle assemblee di quartiere possono emergere dai cittadini stessi i nominativi dei candidati e quello del candidato Sindaco, sottraendo così questo compito ad altre logiche clientelari, verticistiche e oligarchiche.
Il metodo proposto non è un’invenzione, ma trova le sue radici in molti principi costituzionali come quelli del metodo democratico, della partecipazione, della programmazione democratica, del rispetto delle persone e delle formazioni sociali in cui esse si realizzano. Non da ultimo, in quello dell’appartenenza della sovranità non ai partiti, né alle lobbies, né alle consorterie di affaristi, bensì al popolo. In un sistema come questo, per concludere, non potrebbero albergare “committenti” pronti a “riscuotere” a cose fatte che non siano i cittadini stessi.
Questo è il metodo che Demos suggerisce ai partiti politici della nostra Città per la prossima consultazione elettorale. Siamo consapevoli di tutto: in primis, il metodo suggerito richiede un capovolgimento radicale senza precedenti di quelli vecchi e un rinnovamento dei partiti stessi al loro interno in senso democratico, ma se, da un lato, dal dibattito serio e onesto che proponiamo potrebbero emergere anche altre soluzioni, dall’altro, una domanda viene spontanea: non credono i partiti che di fronte alla percentuale sempre crescente del non voto (che fra due anni crescerà ancora) sia giunto il momento di una trasformazione radicale della politica? Noi crediamo di si, e siamo qui per questo!
Per i motivi detti, Demos propone a Giulianova l’apertura di un dibattito pubblico cui invitiamo sin d’ora tutti i partiti: quelli di maggioranza e di opposizione, i gruppi politici e culturali, i singoli cittadini, l’unico Comitato di quartiere rimasto. Procederemo a giorni a un programma di eventi nei vari punti della Città che sarà opportunamente pubblicizzato, ma al momento questo dibattito vogliamo aprirlo sulla stampa con questo documento. Già ci aspettiamo il silenzio di alcuni che molto probabilmente stanno bene così, ma, come dicevamo, non tutti sono uguali e quindi ci aspettiamo la risposta dialettica di altri.
Giulianova 13 gennaio 2022
Il Circolo Demos di Giulianova
Assemblea dei soci 10 gennaio 2022