segnalati anche sul sito del MIUR, sul tema“Se capire è impossibile, conoscere è necessario”che si svolgeranno:
Martedi 25 gennaio alle ore 10,30 presso Istituto comprensivo TE 5 “Falcone e Borsellino” via Cona, con il saluto Della Dirigente scolastica Letizia Fatigati, la relazione dell’Avvocato Luigi Guerrieri e del Prof Filippo Lucci.
Mercoledi 26 gennaio alle ore 10,30 presso Istituto comprensivo di Nereto (Sala Allende) con il saluto della Dirigente scolastica Laura D’Ambrosio, della Prof. Stefania Pompeo responsabile del progetto e la relazione dell’Avvocato Luigi Guerrieri.
Giovedi 27 gennaio alle ore alle ore 10,30 presso Istituto comprensivo TE 4 San Nicolò, con il saluto della Dirigente scolastica Adriana Piscella e la relazione dell’Avvocato Luigi Guerrieri.
Giovedi 27 gennaio alle ore alle ore 10,00 presso Istituto comprensivo di Pineto (Sala polifunzionale) con i saluti della Dirigente scolastica Sabrina Del Gaone e del Sindaco Robert Verrocchio, e la presentazione del Film “La vita è bella” a cura del giornalista Leonardo Nodari.
Quattro momenti di grande valore culturale, per ricordare le vittime dell’Olocausto e, soprattutto, per interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. Quattro incontri educativi ed educativi per fare in modo che gli studenti sviluppino quella coscienza critica necessaria per cogliere gli elementi negativi dei nostri tempi che possono riproporre i germi del genocidio, dell’intolleranza e dell’odio razziale che la storia ha sconfitto.
Perché come ben chiarito dal Ministro all’istruzione Bianchi “La Giornata della Memoria” non serve solo a commemorare quei milioni di persone uccise crudelmente e senza nessuna pietà ormai quasi 80anni fa.“Serve a ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi.”
La Giornata della Memoria ci ricorda che verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e che spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo in quella che gli storici chiamano la zona grigia. Si tratta di una zona del nostro comportamento, a metà tra il bianco e il nero, tra l’innocenza e la colpevolezza. In questa zona ad avere la meglio, alla fine, è l’indifferenza per chi viene isolatoe non accettato. Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire.