In rilievo, Italiani all'Estero

Deceduto a Buenos Aires l’avvocato Matias Mandl, grande amico dell’Abruzzo

 

L’AQUILA – E’ scomparso l’8febbraio a Buenos Aires l’avvocato Matias Mandl. Era nato il 14 febbraio 1946 nella capitale, nato da padre austriaco e madre argentina. Il padre, ebreo, era un calciatore della nazionale austriaca. Durante una partita all’estero della nazionale di calcio riuscì a fuggire per sottrarsi a quanto sarebbe potuto accadergli, in quanto ebreo, nell’Austria ormai annessa alla Germania nazista. Gli fu proposto asilo in Inghilterra o in sud America. Scelse l’Argentina, dove, dopo un viaggio assai travagliato, giunse molto malato. Fu accolto da una famiglia di origine spagnola che riuscì a curarlo amorevolmente ed a salvargli la vita. In quella stessa famiglia trovò la compagna della sua vita, dalla quale ebbe due figli: una bimba e appunto il nostro Matias.

Durante gli studi universitari alla facoltà di giurisprudenza Matias conobbe Alicia Carosella. Entrambi si sarebbero laureati in Legge, sarebbero diventati avvocati, avrebbero aperto loEstudioJuridicoCarosella-Mandl, si sarebbero felicemente sposati e dal loro matrimonio sarebbero nati tre figli:Alfredo, Mayra e Federico.Figlia di emigrati abruzzesigiunti a Buenos Airesda Guardiagrele (Chieti), Aliciaè stata una figura di punta dell’emigrazione abruzzese in Argentina. Componente del CREI e poi del CRAM (Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo) per diversi mandati, è stata un’esponente di rilievo nella consulta dell’emigrazione della Regione Abruzzo, competente e combattiva, insieme agli altri due rappresentanti del paese sudamericano, segnatamente Giovanni Scenna, con il quale peraltro Alicia si alternò alla guida della FEDAMO, la federazione delle associazioni abruzzesi d’Argentina.Le redini nel mondo dell’associazionismo abruzzese da Alicia Carosella sono passate al figlio Federico Mandl, anch’egli avvocato operante nelloStudio legale di famiglia. Con la stessa passione Federico ha raccolto il testimone e continua a con tenacia mantenere i contatti con la terra di origine della madre, ancor oggi come componente del CRAM ed esponente della FEDAMO.

 

Ma anche MatiasMandlha un posto di rilievo nell’associazionismo abruzzese, egli che ha amato straordinariamente l’Italia e l’Abruzzo, venendo spesso con la famiglia a passarvi le vacanze. Egli è stato molto attivo nell’ambito dell’Associazione “Villa San Vincenzo di Guardiagrele” a San Martin, nell’area metropolitana di Buenos Aires, e nell’associazionismo abruzzese, assumendone anche varie cariche di direzione. Era innamorato della terra di origine della moglie, dell’Abruzzo e le sue montagne, di Guardiagrele e i borghi della Maiella. Oltre alleorigini genitoriali, austriaca e spagnola, che onorava con frequenti viaggi, molti altri viaggi erano destinatiproprio qui in Abruzzo.

 

Una persona di straordinaria cultura, sensibilità, gentilezza e soprattutto ironia, MatiasMandl. Chi scrive ha avuto modo di conoscerlo da vicino, insieme alla sua bella famiglia, agli inizi del Duemila, allorquando assunsi nella Regione Abruzzola responsabilità dell’Ufficio Emigrazione. Da allora è nata una profonda e sincera amicizia che ha portato a molti incontri e viaggi, sia in terra sudamericana che in Italia, al di là dei doveri d’ufficio. Questi ultimi più volte mi hanno portato in Argentina con delegazioni ufficiali della Regione. Voglio tra questi ricordare solola memorabile organizzazione nel novembre 2010 dell’Assemblea plenaria del CRAM, curata alla perfezione da Alicia e Matias, che si svolse aVicente Lopez, pochi chilometri dal centro di Buenos Aires. Un evento che è rimasto nel cuore di tutti i partecipanti per l’ospitalità eccellente e le iniziative a corredo di quel meeting.

 

La morte di Matias mi ha addolorato profondamente, riportandomi alla mente tutte le volte che insieme, solitamente nel mese di gennaio, abbiamo visitato terre nuove, oltre che l’Argentina in lungo e largo, il Cile, il Perù e il Brasile. Ricordo di Matias l’attenta presenza nelle varie riunioni del CRAM come fosse un abruzzese vero, l’allegria che portava, il suo umorismo fulminante e la profonda cultura, che non faceva mai pesare ma che esprimeva sempre con umiltà. Gli Abruzzesi d’Argentina lo piangono nel profondo del cuore per la qualità delle relazioni umane che aveva saputo stabilire con tutti. Come lo ricordano con affetto i delegati abruzzesi di tutto il mondo che hanno avuto la possibilità di conoscerlo. Un forte sentimento di vicinanza giunga dunque dall’Abruzzo alla moglie Alicia, ai figli e ai congiunti, come all’intera comunità abruzzese di Buenos Aires.

 

Giuseppe Leuzzi

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